Mondiali 2014 alle porte: l’economia brasiliana è pronta alla sfida?
Al fischio di inizio dei Mondiali di Calcio 2014 manca oramai poco più di una settimana. E in attesa che prenda il via la Coppa del Mondo in Brasile, il team di analisti di IG ha illustrato oggi a Milano le prospettive sociali ed economiche che il “test Mondiale” offre al Paese. Da tempo indicato come uno degli Stati economicamente più interessanti, dalle mille opportunità ma anche dalle tante contraddizioni, il Brasile è pronto alla sfida mondiale?
E’ tutto verde-oro quello che luccica?
L’economia carioca si presenta all’appuntamento mondiale con la crescita del Pil reale che ha mostrato una frenata rispetto ai livelli del 2009. Sul versante monetario, la ripresa dell’inflazione ha spinto la banca centrale brasiliana all’azione sui tassi che sono saliti all’11%. Nel breve termine i fattori di rischio sono essenzialmente due. Il primo, politico in vista delle elezioni di ottobre: “nonostante Dilma Rousseff sia ancora avanti nei consensi, cresce il malessere tra la classe industriale. L’impegno sul fronte fiscale degli ultimi anni ha pesato sulla crescita, ma ha anche aiutato a stabilizzare le finanze del Paese. Pertanto una sua mancata conferma potrebbe essere vista come una minaccia alla stabilità dell’economia”. Il secondo rischio, di natura valutaria, in scia a un ritorno della crisi tra gli Emergenti. Una simile circostanza potrebbe tornare a mettere pressione al real.
Ma il Paese presenta ancora molte opportunità da sfruttare. A beneficiarne sarà soprattutto il settore del turismo. Gli incentivi e le agevolazioni fiscali previste per il rilancio delle aree del nord del Paese faranno da guida per la formazione di nuovi distretti industriali tali da richiamare l’attenzione delle aziende internazionali. La continua espansione del ceto medio dovrebbe creare le premesse per una ripartenza della domanda interna in grado di sostenere i consumi.
Rischi e opportunità a parte, è complesso ex-ante riuscire a stimare se il Mondiale possa produrre effetti netti positivi sulle attività economiche di un paese. Dallo studio condotto da IG non sono emerse significative relazioni sugli effetti positivi netti sulle attività economiche che possono verificarsi con l’organizzazione di un evento di tale portata. “Abbiamo, tuttavia, ravvisato che stati più ricchi e industrializzati dove il livello di corruzione è molto basso hanno ottenuto risultati migliori a livello economico rispetto ai pochi paesi emergenti che hanno ospitato la World Cup. Nonostante la presenza di alcuni fattori di rischio, per le imprese italiane il Paese sudamericano rappresenta ancora un’ottima opportunità di investimento“. La presenza delle “big” italiane potrebbe attirare l’interesse delle Pmi italiane non ancora presenti nel territorio. Alcune imprese del settore lusso (moda, nautica e furniture) potrebbero essere le prossime candidate a sbarcare in Brasile”.
L’Italia vince comunque
Che il Brasile rappresenti per l’Italia un Paese strategico emerge da alcuni numeri: il Belpaese è il secondo partner commerciale europeo dopo la Germania e ottavo a livello mondiale. Sono oltre mille le aziende italiane presenti, con 845 stabilimenti produttivi. Tra le imprese più importanti Fiat, Telecom Italia, Pirelli, ma anche Atlantia, Saipem, Campari ed Enel Green Power.
In questo elenco spicca Fiat, leader di mercato con una quota del 23%. La produzione sfiora già le 800 mila unità e dovrebbe rafforzarsi ulteriormente in vista dell’inaugurazione dello stabilimento di Pernambuco prevista per fine anno. “Il piano di incentivi al settore (denominato Inovar Auto) rappresenta un trampolino di lancio per il gruppo italiano che dovrebbe riuscire a consolidare la propria presenza sul territorio”, – rimarcano da IG che mantengono un outlook positivo sul titolo, in considerazione anche della quotazione sul mercato statunitense di FCA.