Minute Fed e parole Dudley rinvigoriscono il dollaro
Decisa spaccatura in seno alla Fed su quando implementare il primo rialzo dei tassi. Dai verbali della riunione della Fed del 17-18 marzo emerge come diversi componenti ritengono che i dati e le prospettive economiche dovrebbero giustificare un inizio della normalizzazione dei tassi già nella riunione di giugno. Di contro altri membri propendono per rinviare la prima stretta alla fine dell’anno o addirittura all’inizio del 2016 temendo che i bassi prezzi del petrolio e il dollaro forte possano frenare l’inflazione. “Il messaggio chiave è che il primo rialzo dei tassi avverrà in presenza di ulteriori miglioramenti sul mercato del lavoro e se vi sarà ragionevole fiducia che l’inflazione sia su un sentiero che conduce verso il 2%”, commenta oggi Asmara Jamaleh, economista di Intesa Sanpaolo.
La reazione del mercato valutario è stata nella direzione di un rafforzamento del dollaro statunitense con gli operatori che tornano a speculare su un rialzo dei tassi non così lontano viste anche le parole del presidente della Fed di New York, William Dudley, ha rimarcato che un rialzo dei tassi a giugno è ancora possibile se il recupero del mercato del lavoro rimarrà forte. A inizio settimana lo stesso Dudley aveva rimarcato come il passo falso segnalato dalle non farm payrolls di marzo dovrebbe rivelarsi momentaneo a causa delle avverse condizioni meteo.
Il cross euro-dollaro è sceso questa mattina fino a 1,0731, in calo di oltre una figura rispetto ai liveli a cui viaggiava 24 ore fa. Questa settimana “l’eur/usd da 1,10 è gradualmente sceso riportandosi sotto la soglia chiave di 1,0755 – rimarca Asmara Jamaleh – e uno sfondamento in senso proprio di tale livello riaprirebbe la strada di ritorno verso i minimi di metà marzo a 1,05-1,04″.