Milano azzera i guadagni. Banche miste. Sale Unicredit, giù Intesa Sanpaolo dopo i conti

Milano azzera i guadagni e tratta sulla parità a metà seduta, realizzando la peggiore performance tra le Borse del Vecchio Continente. Il Ftse Mib segna -0,02% e l’All Share -0,04%, con le azioni delle banche che viaggiano a due velocità, in un’altra giornata ricca di trimestrali. Sul paniere delle blue chips di Milano Unicredit (+2,4%) svetta dopo la comunicazione dei conti ieri a mercati chiusi. I dati di bilancio del primo trimestre convincono gli analisti. Come osservano a Centrosim “il primo trimestre 2011 si è chiuso con un utile netto di 810 milioni di euro, largamente superiore alla stima media di consensus, grazie ai risultati da trading molto elevati”.
“I risultati operativi vanno interpretati alla luce di una gestione dinamica del portafoglio titoli di negoziazione, in calo di circa 16 miliardi di euro rispetto a fine dicembre. Al di là dei profitti da trading, i risultati sono complessivamente in linea con le stime nostre e con quelle di consensus”, osservano alla sim milanese. Per il resto dell’anno da Piazza Cordusio prevedono impatti positivi sul Core Tier 1 dalla redditività attesa e dalle azioni intraprese sul business, anche se non alla velocità vista nel primo trimestre. Lo ha detto l’amministratore delegato della banca di Piazza Cordusio, Federico Ghizzoni, nella conference call sul primo trimestre. Ghizzoni ha spiegato che con i livelli attuali di Core Tier 1, oltre 9%, non ci sono “specifiche pressioni” dai regolatori sul capitale.
Bpm cede invece il 2% circa, sempre all’indomani della trimestrale e del piano industriale. L’attenzione degli investitori a Piazza Meda si concentra però sul capitolo ricapitalizzazione. L’istituto cooperativo ha rotto gli indugi dando il via libera all’aumento di capitale da 1,2 miliardi di euro e rivedendo le condizioni del prestito convertendo da 400 milioni di euro, con l’abbassamento dello strike da 6 a 2,7 euro. Bpm ha anche approvato le linee guida del nuovo business plan, che saranno presentate in dettaglio questa mattina, che dovrebbe prevedere un mini riassetto delle controllate. Sullo sfondo ci sono i conti del primo trimestre: l’utile netto ha subito una flessione del 15,6% a 42,3 milioni di euro, mentre il margine d’interesse è cresciuto del 16%.
Il test dei conti è stato il piatto forte di Intesa Sanpaolo questa mattina: li ha diffusi a metà mattina, e adesso il titolo perde il 2%. La società ha mostrato nei primi tre mesi un utile netto a 661 milioni in calo del 3,9% rispetto al 2010 ma in crescita del 30,9% sul trimestre precedente. L’utile netto normalizzato (cioè al netto delle componenti non ricorrenti: l’anno scorso il gruppo aveva beneficiato di 86 milioni di euro di rilascio di imposte differite) è in crescita del 7,3%. Il risultato corrente al lordo delle imposte è arrivato a quota 1,267 miliardi (+8,8%) mentre quello della gestione operativa è risultato in contrazione dell’1,7% a 1,996 miliardi. Stabili i proventi operativi netti a 4,2 miliardi (-0,9%) mentre gli oneri operativi sono calati dello 0,3% a 2,24 miliardi. Ma agli analisti non basta. Come osservano gli esperti di SocGen i risultati sono principalmente guidati dal trading, apparentemente la qualità è più bassa rispetto ad altre banche che hanno già riportato”.
La banca nel 2011 continuerà a perseguire l’obiettivo prioritario della redditività sostenibile agendo su costi e ricavi, ma anche sul profilo di rischio. Per l’attuale esercizio la banca ritiene che possa registrare, rispetto al 2010, una ripresa dei ricavi, un contenimento degli oneri operativi e una riduzione del costo del cattivo credito, con un conseguente miglioramento della redditività dell’operatività ordinaria. In particolare, il piano d’impresa 2011-2013/2015 prevede un’evoluzione nella continuità, con l’obiettivo prioritario di garantire una redditività sostenibile nel medio periodo, sviluppando l’attività fondata sulla relazione di lungo periodo con la clientela, calibrando controllo dei costi e investimenti, presidiando la qualità del credito e rafforzando la liquidità e la patrimonializzazione.