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Mercato immobiliare in subbuglio: fa discutere la proposta del tetto ai mutui

13 Ottobre 2009 12:38

Mercato immobiliare in subbuglio. Continua a tenere banco in Europa la questione mutui. Da qualche giorno si è aperto un giallo: il valore dei mutui concessi dalle banche europee non potrà eccedere il 40% del prezzo dell’immobile. Questa sarebbe la nuova disposizione prevista da una proposta di direttiva della Commissione europea in stato avanzato di elaborazione.

Con un duplice obiettivo: quello di ridurre i rischi da credito e in secondo luogo di rafforzare i requisiti patrimoniali delle banche. La legge bancaria vigente in Italia prevede una soglia pari all’80%. In pratica, oggi su un immobile del valore accertato di 200 mila euro, banche e intermediari finanziari possono erogare fino a 160mila euro. Con il tetto del 40%, invece, sullo stesso immobile le banche potranno erogare fino a 80mila euro.

La cifra eccedente dovrà essere garantita da polizze assicurative, con un inevitabile aggravio di costi a carico dei cittadini. Secondo gli addetti ai lavori se dalle ipotesi di scuola la proposta entrerà in vigore: si può prevedere un impatto sul mercato immobiliare, soprattutto su categorie deboli come gli stranieri immigrati e le famiglie a basso reddito che alimentano in modo particolare la compravendita di bilocali.

Ma anche le banche non sfuggirebbero: la nuova normativa prevede, infatti, un appesantimento degli accantonamenti obbligatori non solo sui nuovi prestiti, ma anche su quelli erogati. Oliver Drewes, portavoce del commissario al Mercato interno Charles McCreevy, ha smentito che Bruxelles voglia mettere la briglia ai mutui: che abbia cioè intenzione di imporre loro una nuova soglia massima, limitandoli al 40% del valore dell’immobile (e non all’80% come avviene in Italia) in tutti i 27 Stati della Comunità.

Al momento l’Ue parla solo di valutazioni e non di una proposta concreta. Dall’Unione Europea vogliono insomma limitare i rischi per gli istituti e armonizzare le diverse norme, tanto differenti da Paese a Paese. Secondo l’Ebic, il Comitato che raccoglie le federazioni bancarie europee, le norme già esistenti bastano.