Mercato immobiliare: bando ai facili ottimismi, i volumi di compravendite restano bassi
La crisi ha avuto effetti meno devastanti del previsto sul settore immobiliare, ma è ancora troppo presto per lasciarsi prendere la mano dall’ottimismo. È l’avvertimento di Nomisma, con il suo rapporto sul mercato immobiliare 2011. Lo spauracchio di una “doppia recessione”, spiega il centro studi bolognese, appare tutt’altro che scongiurato alla luce della perdurante debolezza della domanda sul fronte interno e della percezione di rischiosità del contesto italiano rispetto a quello internazionale.
La strutturale rigidità dei prezzi degli immobili in Italia nella fase recessiva è espressa dalle ultime variazioni semestrali: -0,6% per le abitazioni usate (-0,7% per le abitazioni nel complesso), -0,9% per gli uffici e -0,7% per i negozi.
Le compravendite di abitazioni si sono ridimensionate a partire dal 2007 e, in quattro anni, sono calate di oltre 250 mila unità (il 26,4% delle transazioni registrate nel 2008). Dopo che nel 2010 si era registrata una certa stabilità delle quantità transitate sul mercato, ci si attendeva il protrarsi di tale tendenza anche nel 2011. Ma già nel primo trimestre si è rilevato un nuovo calo in tutti i segmenti: complessivamente le compravendite sono state poco meno di 300mila, il 3,6% in meno rispetto allo stesso periodo del 2010 (-3,7% per il residenziale, -4,4% per il terziario, -8,9% per il commerciale e – 2,1% per il produttivo). Per quanto riguarda il residenziale, la flessione registrata nel primo trimestre del 2011 dovrebbe essersi addirittura acuita nel secondo. La prospettiva di un nuovo minimo dei volumi di compravendita appare oggi pressoché certa, anche se una valutazione dell’entità del calo rispetto alle 611.878 transazioni del 2010 potrà essere fatta solo una volta che la situazione sui mercati finanziari si sarà stabilizzata. Per l’anno in corso lo scenario base prevede un numero di scambi pari a 590.600 unità, mentre nello scenario pessimistico si arriva addirittura a quota 575 mila transazioni (con un calo nel secondo trimestre dell’anno del 6/7%).