Mercati: più ottimisti sull’Europa, sugli Stati Uniti pesa incognita elezioni
L’azione intrapresa dalla Banca centrale europea (Bce) ha rappresentato per i mercati un momento di svolta, un passo fondamentale per il futuro della zona euro. Una mossa che ha fatto tirare un sospriro di sollievo ai mercati e ha restituito fiducia agli investitori che ora guardano con minore ansia all’eurozona. Dall’altra parte dell’Atlantico pesa l’incognita elezioni.
Zona euro: la Bce convince tutti e dà fiducia
Secondo l’ultimo sondaggio mensile di Morningstar, condotto tra il 3 e il 10 settembre, tra le principali case di investimento che operano in Italia, i gestori hanno apprezzato l’azione annunciata a inizio settembre dal numero uno dell’Eurotower, Mario Draghi: il programma di acquisto di titoli di stato noto come Outright monetary transaction. Secondo gli esperti dovrebbe rivelarsi più efficace dei precedenti sia per le condizioni imposte agli stati sia per la rinuncia della Bce ad essere un creditore privilegiato.
La stituzione è sicuramente più distesa in Europa, anche se il futuro non è totalmente sgombro di punti interrogativi. Una delle incognite principali ruota attorno alla capacità dei Governi di trovare il consenso per i provvedimenti di austerità monetaria. E in questo scenario gli ottimisti sono aumentati con una percentuale pari al 64,7% dal 53% di luglio.
La stituzione è sicuramente più distesa in Europa, anche se il futuro non è totalmente sgombro di punti interrogativi. Una delle incognite principali ruota attorno alla capacità dei Governi di trovare il consenso per i provvedimenti di austerità monetaria. E in questo scenario gli ottimisti sono aumentati con una percentuale pari al 64,7% dal 53% di luglio.
Aspettando le elezioni Usa
Guardando Oltreoceano Wall Street, secondo i gestori, si è ben comportata di fronte alla crisi europea, ma ora deve fare i conti con tre fonti di incertezza: il voto presidenziale di novembre, la fine degli incentivi fiscali dell’era Bush e i contemporanei tagli alla spesa (cosiddetto fiscal cliff o precipizio fiscale) e la situazione congiunturale. I sentimenti sono contrastati: se da una parte gli investitori hanno tirato un sospiro di sollievo per l’apertura della Federal Reserve, dall’altra mostrano cautela sul futuro andamento dei listini azionari, dal momento che il quadro macro rimane a tinte chiaroscure. I gestori ritengono che il mercato stia correttamente valutato.
Spread in discesa
Nell’ultimo periodo si è allentata la tensione sui mercati finanziari, e anche sul fronte obbligazionario. Il Bund tedesco ha raggiunto dei livelli straordinariamente bassi e difficilmente sostenibili nel tempo. E il mercato sta cominciando a rendersene conto, ritenendo giustificato un sottopeso.
D’altro canto le tensioni sui BTp si sono allentate, anche se servono ulteriori iniziative per ritenerlo “fuori pericolo”. L’Europa deve proseguire lungo il cammino di sostegno all’euro e l’Italia lungo quello delle riforme. Dal sondaggio di Morningstar emerge un 64,7% di gestori che si attend una discesa del prezzo dei Bund a fronte di un 53% che si attende un aumento di quello dei titoli di stato italiani.
Oltreoceano, i Treasury, premiati dalla migrazione verso la qualità (flight to quality) degli investitori nei mesi scorsi, offrono rendimenti bassi e sono considerati poco remunerativi in uno scenario di allentamento delle tensioni e ritorno della propensione al rischio.
D’altro canto le tensioni sui BTp si sono allentate, anche se servono ulteriori iniziative per ritenerlo “fuori pericolo”. L’Europa deve proseguire lungo il cammino di sostegno all’euro e l’Italia lungo quello delle riforme. Dal sondaggio di Morningstar emerge un 64,7% di gestori che si attend una discesa del prezzo dei Bund a fronte di un 53% che si attende un aumento di quello dei titoli di stato italiani.
Oltreoceano, i Treasury, premiati dalla migrazione verso la qualità (flight to quality) degli investitori nei mesi scorsi, offrono rendimenti bassi e sono considerati poco remunerativi in uno scenario di allentamento delle tensioni e ritorno della propensione al rischio.