I mercati attendono contrastati l’ultima riunione del 2014 della Banca centrale europea (Bce). Una riunione che in molti hanno bollato come storica per diversi aspetti. Sul tavolo del consiglio direttivo dell’istituto di Francoforte c’è una questione spinosa e molto dibattuta: ossia il lancio o meno del Quantitative Easing (QE) in salsa europea. Se sul fronte dei tassi gli analisti sono concordi nell’escludere una nuova azione della Bce, sul fronte misure straordinarie gli operatori rimangono spaccati.
Orologi sincronizzati alle 14.30 ora di Francoforte: nella celebre Eurotower si terrà la
conferenza stampa del governatore Mario Draghi durante la quale verranno comunicate le
nuove previsioni economiche della zona euro e potrebbero essere annunciate
nuove misure per stimolare l’economia della zone euro e allontanare lo spettro della deflazione.
Di fronte ai recenti dati macroeconomici, tra cui quello sull’inflazione oramai vicina allo zero e ai deludenti indici Pmi di ieri, è aumentato ulteriormente il pressing sulla Bce. I mercati sono pronti ad analizzare ogni singola parola “dovish” che uscirà dalla bocca di Draghi. D’altronde le ultime dichiarazioni del banchiere “a Francoforte due settimane fa ed a Helsinki qualche giorno fa, sono state decise nei toni e risolute nei contenuti – ricorda Davide Marone, market analyst DailyFX – egli è stato infatti molto esplicito nel dichiarare che la Bce farà tutto il necessario per un aumento dell’inflazione e delle (più importanti) aspettative su di essa e che, se la direzione attuale delle misure finora intraprese non dovesse mostrarsi efficace e il quadro economico si deteriorasse ulteriormente, allora l’istituto centrale procederà ad un maggiore impatto dei canali di intervento in termini di entità, ritmo e composizione degli acquisti. Per farla breve ciò vuol dire un QE, un acquisto diretto cioè di bond governativi”.
“Non dimentichiamo che finora l’acquisto di Abs e covered bond è ad uno stadio primordiale e che la prima “ondata” di Tltro è stata a dir poco deludente in termine di richieste da parte delle banche – afferma Marone – rendendo ad ora l’obiettivo dell’espansione del bilancio BCE a 3 mila miliardi un obiettivo a distanza siderale”.
Il mercato sembra puntare su QE di Draghi. Secondo Vincenzo Longo, market strategist di IG, “le pessime figure tedesche rilasciate questa settimana potrebbero smussare i toni di qualche falco all’interno del board della Bce, concedendo a Draghi la maggioranza necessaria per poter attuare nuove misure espansive”. In questo momento, la probabilità di un annuncio di QE nel meeting odierno, aggiunge Longo, è di poco superiore al 50%.
La riunione odierna della Bce ha una portata “storica” anche perché da gennaio i meeting della Bce si terranno ogni sei settimane e non più mensilmente come è avvenuto fino a questo momento, ed emulando lo stile e la comunicazione dell’americana Federal Reserve e della britannica Bank of England con il nuovo anno verranno pubblicati i verbali delle riunioni. La prima riunione con la nuova “veste” si terrà giovedì 22 gennaio.
In una seduta carica di attese prevale l’incertezza: a Parigi il Cac40 mostra un calo dello 0,07%, mentre il Dax sale dello 0,14 per cento. A Londra il Ftse 100 cede invece lo 0,04 per cento. Moderati rialzi per Piazza Affari, con il Ftse Mib che guadagna un modesto 0,08% a 19.993,90.