Previsioni 2015: le 7 carte vincenti da giocare il prossimo anno, dall’Eurozona alla Cina (analisti)
La ripresa in Europa arranca? Allora è il momento di puntare sul Vecchio continente. Il Dragone cinese rallenta? E’ l’ora di fare il pieno di azioni e bond del gigante asiatico. Sempre più spesso la sola analisi dei fondamentali economici non permette di cogliere appieno le dinamiche di mercato e i catalyst che indirizzeranno gli investimenti. A partire dal sempre più influente ruolo delle banche centrali che negli ultimi anni con immissioni record di liquidità hanno influito non poco sulle scelte d’investimento.
Azione banche centrali avrà ancora la meglio su fondamentali economici
Il prossimo anno si preannuncia complesso da decifrare con però già degli indizi ben chiari su cosa potrebbe accadere: in particolare la Bce e la People’s Bank of China sono attese entrare in scivolata con ulteriori misure di stimolo monetario. Il 2015 dovrebbe inoltre godere degli effetti del vistoso calo dei prezzi del petrolio. Così come affermato dal numero uno del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, anche gli analisti di Société Générale ritengono che la crescita globale si gioverà degli effetti benefici del calo dei costi energetici per consumatori e imprese. Il Global Asset Allocation team di SocGen vede uno scenario di notevole “desincronizzazione” tra ciclo economico e quello monetario. “Continuiamo a preferire investimenti nei mercati in cui alla fine del 2015 le condizioni monetarie sono suscettibili di essere più flessibili rispetto al presente: l’Asia e l’area euro”, rimarca la casa d’affari transalpina con la liquidità che alla fine avrà ancora la meglio rispetto ai fondamentali economici.
Il prossimo anno si preannuncia complesso da decifrare con però già degli indizi ben chiari su cosa potrebbe accadere: in particolare la Bce e la People’s Bank of China sono attese entrare in scivolata con ulteriori misure di stimolo monetario. Il 2015 dovrebbe inoltre godere degli effetti del vistoso calo dei prezzi del petrolio. Così come affermato dal numero uno del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, anche gli analisti di Société Générale ritengono che la crescita globale si gioverà degli effetti benefici del calo dei costi energetici per consumatori e imprese. Il Global Asset Allocation team di SocGen vede uno scenario di notevole “desincronizzazione” tra ciclo economico e quello monetario. “Continuiamo a preferire investimenti nei mercati in cui alla fine del 2015 le condizioni monetarie sono suscettibili di essere più flessibili rispetto al presente: l’Asia e l’area euro”, rimarca la casa d’affari transalpina con la liquidità che alla fine avrà ancora la meglio rispetto ai fondamentali economici.
Le sette chiamate di SocGen per il 2015
L’outlook 2015 di Société Générale contiene sette “key call” per orientarsi nelle scelte di investimento con l’Eurozona e la Cina che risultano i possibili vincitori nell’arco dei prossimi 12 mesi.
L’outlook 2015 di Société Générale contiene sette “key call” per orientarsi nelle scelte di investimento con l’Eurozona e la Cina che risultano i possibili vincitori nell’arco dei prossimi 12 mesi.
1) Protezione contro la fine della politica tassi zero della Fed. Il prossimo anno la Federal Reserve continuerà la normalizzare della sua politica con il rischio di un aumento dei tassi entro l’estate 2015. Il Dollaro Usa continuerà a salire e la curva dei rendimenti USA IN appiattiMENTO. Di conseguenza SocGen indica short eur/usd e short sull’oro.
2) Comprare asset Eurozona. L’impatto positivo di un’azione più audace della BCE, compreso l’acquisto di titoli di Stato dal prossimo anno, abbinatO al calo dell’euro e dei prezzi del petrolio, dovrebbe sostenere la crescita della zona euro e quindi gli asset del Vecchio continente. Il consiglio di SocGen è quindi long azionario eurozona (ad eccezione del Dax), e long sui bond periferici dell’area.
3) Aumentare esposizione su banche europee. View positiva sulle banche europee dopo l’esito molto costruttivo dell’Asset Quality Review che ha evidenziato una buona solidità dei bilanci. Atteso anche un maggiore sostegno dalla Bce e un miglioramento della domanda/offerta di credito. Quindi Long su azioni banche europee e su bond bancari.
4) Tra gli emergenti preferenza su Asia. I bassi prezzi del petrolio dovrebbero contribuire a rallentare l’inflazione e favorire una politica monetaria più accomodante in molti paesi emergenti, sostenendo le obbligazioni emergenti. SocGen preferisce le azioni emergenti asiatiche (2/3 del totale emergenti), che sono ben posizionate per beneficiare della crescita degli Stati Uniti, riforme strutturali, aumento liquidità da BOJ e banca centrale cinese. Di contro i prezzi del petrolio inferiori saranno un peso per produttori di petrolio come la Russia. Quindi long bond emergenti; long azioni India, Turchia; short Russia, Malesia e Colombia.
5) A tutta Cina. Il rallentamento strutturale della crescita cinese porterà una più bassa inflazione e quindi spazio per un ulteriore graduale allentamento della politica monetaria. Pertanto SocGen ritiene sia il momento giusto per riposizionarsi sull’azionario cinese ed esprime giudizio buy sulle azioni classe A e su quelle classe H (le prime sono quelle su società cinesi quotate in renminbi, le seconde sono azioni di società cinesi quotate a Hong Kong in valuta locale) e buy anche sui bond cinesi.
6) Lontano dal Regno Unito prima delle elezioni. Cautela sugli asset d’oltremanica in vista delle elezioni politiche del prossimo 7 maggio. Inoltre SocGen rimarca come la Bank of England continui il suo difficile esercizio di comunicazione e il mercato valuta sempre meno vicino il ciclo di rialzo dei tassi. La chiamata è short sterlina rispetto al dollaro Usa.
7) Evitare gli asset petroliferi. L’OPEC ha deciso nella sua riunione del 27 novembre di mantenere la produzione al suo attuale livello, lasciando stabilizzare i prezzi attraverso il mercato. Il risultato è, secondo SocGen, uno scenario ribassista per i prezzi del petrolio. I settori azionari legati al petrolio potrebbero soffrire, così come le valute legate a commodity. Quindi underwight su global oil service; Royal Dutch Shell da preferire a Statoil; buy su obbligazioni indicizzate all’inflazione Usa.