Notizie Certificates Mercati deboli su timori di uno stallo nelle negoziazioni tra USA e Cina

Mercati deboli su timori di uno stallo nelle negoziazioni tra USA e Cina

22 Luglio 2019 12:06

Ultima settimana di debolezza per i principali mercati mondiali appesantiti dagli ultimi sviluppi sulla guerra commerciale tra USA e Cina. Ancora una volta sono bastate poche parole di Donald Trump per innervosire gli operatori di mercato. Il Presidente degli Stati Uniti, in occasione di una riunione di governo alla Casa Bianca, ha affermato che la strada da percorrere, prima di concludere un accordo commerciale con la Cina, è ancora lunga ed ha ribadito che gli USA potrebbero imporre dazi per ulteriori 325 miliardi di dollari di beni cinesi se fosse necessario.

 

Le trattative tra le due superpotenze mondiali, volte a trovare un’intesa commerciale, si sarebbero arenate sul dossier Huawei, il colosso cinese delle infrastrutture per tlc che è stato inserito nella lista nera del dipartimento del Commercio USA, nel mese di maggio. Sotto i riflettori anche la stagione delle trimestrali, già partita negli Stati Uniti, e che ha visto i bancari in primo piano e poi alcuni big tech.

 

Da una sponda all’altra dell’oceano l’attenzione si è focalizzata anche sulle banche centrali, Bce e Fed in testa. Sono giunte nuove dichiarazioni dovish da alcuni esponenti della Federal Reserve, facendo così salire le aspettative di un taglio dei tassi di 50 punti base già nell’imminente riunione del Fomc di fine luglio.

 

Dal lato Bce, sono circolate indiscrezioni legate alla possibilità che la banca centrale europea riveda il target di inflazione. Intanto, il Fondo Monetario Internazionale ha dichiaro che l’Italia resta vulnerabile alla volatilità dei mercati nonostante la politica monetaria della Bce, destinata a diventare più espansiva. Fmi ha spiegato che la vulnerabilità del paese con i bisogni di rifinanziamento del debito pubblico e le possibili regole più severe sul credito, a causa dei livelli degli NPL (crediti deteriorati) delle banche italiane ancora alti.

 

In tale scenario, i trader hanno preferito operazioni di breve, tramite l’uso di prodotti a leva prevalentemente su indici azionari e singoli titoli. Il certificato più scambiato è stato il Turbo Short sul FTSE MIB con 159 contratti e circa 951 mila di euro di controvalore. Il certificato, con ISIN NL0013408669 e Strike a 22.500 punti, mostra una leva importante di 30,55 volte e distanza dal Knock Out di circa il 2,3%. La scadenza è il 20 settembre 2019.

 

Molto utilizzato anche il Mini Short sul DOW JONES (ISIN: NL0012662860) con leva vicina alle 20 volte e una distanza dal Knock Out dell’1,9%. Strike a 28.516,08 punti e scadenza il 16 dicembre 2020. Ammonta a quasi 522 mila euro il controvalore scambiato su questo prodotto, per un totale di 27 contratti.

 

Infine, molto apprezzato tra i certificati a investimento, il Fixed Cash Collect su ENI con un volume di scambio di circa 622 mila euro e 30 contratti. Il certificato, con ISIN NL0012870810, ha un prezzo di emissione di 100 euro e consente di ottenere un premio trimestrale di 1,20 euro indipendente dall’andamento dell’azione ENI. Inoltre, a partire dal sesto mese di vita del prodotto, l’investitore riceverà il capitale in investito qualora nelle date di valutazione trimestrali intermedie ENI quoti a un valore superiore o pari al valore iniziale (15,7780 euro). La scadenza è fissata il 25 maggio 2020.