Mediolanum: titolo sconta in Borsa il contenzioso con il fisco ma gli esperti sono ottimisti

Mediolanum sconta a Piazza Affari l'entrata nel mirino del fisco italiano. La relazione finanziaria 2012 ha rivelato che l'Agenzia delle Entrate chiede al gruppo guidato da Ennio Doris il pagamento di 94 milioni di imposte e 147 milioni di sanzioni per gli anni 2005, 2006 e 2007. L'accusa per Mediolanum è di avere retrocesso alla società italiana una percentuale troppo bassa di commissioni di gestione (50%), mentre l'imposizione del fisco è del 95%. L'azienda, che ha definito la ricostruzione dell'Agenzia delle Entrate "illegittima ed errata", ha annunciato il ricorso ad un arbitrato internazionale perché, a differenza di
altri casi di esclusiva competenza italiana, in questo caso si tratta di allocare il reddito tra due paesi Ue che hanno interessi contrastanti. La procedura richiederà un paio di anni.
Gli analisti di Equita ritengono che Mediolanum possa vedere molto ridotto l'importo da pagare in quanto il 95% del payout richiesto è fuori dalla prassi di mercato su cui si devono basare i transfer price e in più gode del pieno appoggio del governo irlandese, che non intende perdere gettito.
"Certamente - prosegue la Sim milanese che conferma il giudizio buy e il target price a 6,2 euro - il tax rate normalizzato è destinato a salire. Ipotizzando un tax rate del 30%, l'utile 2013 scenderebbe del 6%. Azimut ha un tax rate normalizzato del 15% e Banca Generali del 25%. Non vediamo elementi che modifichino l'equity story in modo sostanziale", concludono gli esperti.
Nel frattempo il titolo sul Ftse Mib cede l'1,29% a 4,136 euro.
altri casi di esclusiva competenza italiana, in questo caso si tratta di allocare il reddito tra due paesi Ue che hanno interessi contrastanti. La procedura richiederà un paio di anni.
Gli analisti di Equita ritengono che Mediolanum possa vedere molto ridotto l'importo da pagare in quanto il 95% del payout richiesto è fuori dalla prassi di mercato su cui si devono basare i transfer price e in più gode del pieno appoggio del governo irlandese, che non intende perdere gettito.
"Certamente - prosegue la Sim milanese che conferma il giudizio buy e il target price a 6,2 euro - il tax rate normalizzato è destinato a salire. Ipotizzando un tax rate del 30%, l'utile 2013 scenderebbe del 6%. Azimut ha un tax rate normalizzato del 15% e Banca Generali del 25%. Non vediamo elementi che modifichino l'equity story in modo sostanziale", concludono gli esperti.
Nel frattempo il titolo sul Ftse Mib cede l'1,29% a 4,136 euro.