Marchionne: spero che Renzi tenga duro. Ipotesi Volkswagen? Mai esistita
“Spero che Renzi non si faccia intimorire e tenga duro. La Fiat continua ad andare avanti. Se avessimo aspettato le riforme ci saremmo impantanati”. Così l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, ha parlato a margine della cerimonia di inaugurazione di Officina 82, la palazzina che ha visto la riqualificazione dell’area di 42mila metri quadrati delle ex ‘Meccanica 2’ di Mirafiori e dove verranno trasferiti gli uffici direzionali e amministrativi del gruppo Fiat Chrysler. “L’importanza di completare il programma di riforme è essenziale. Se non lo facciamo ci andiamo a giocare il futuro. Il fatto che il paese abbia bisogno di riforme, non lo dico io ma il mondo intero, c’è lo stanno dicendo tutti”.
Marchionne parla anche dei risultati del secondo trimestre di Fiat, che saranno esaminati il 30 luglio dal consiglio di amministrazione: “Non sono mai soddisfatto, non mi piacciono i numeri ma sono alla grande, in linea con le attese“. Confermata anche la tempistica della quotazione di Fiat Chrysler Automobiles a Wall Street, in programma per le prime due settimane di ottobre. Per quanto riguarda le recenti indiscrezioni di stampa su una possibile integrazione con Volkswagen, che hanno infiammato il titolo del Lingotto a Piazza Affari, Marchionne ha le idee chiare: “Si sono lasciati trascinare dall’entusiasmo della vittoria sul Brasile. Ma vincere la Coppa è una cosa…”. E alla domanda se sia un sogno per i tedeschi, il top manager ha risposto: “Non ho la minima idea di cosa sognino, non ho questo livello di intimità”. Ipotesi chiusa? “Non c’è mai stata”. Mentre sul fresco accordo di collaborazione con Renault in merito alla produzione di un veicolo commerciale leggero, Marchionne ha spiegato: Ci limitiamo a questo, non ci sarà alcun ampliamento della collaborazione”, confermando che il nuovo veicolo assomiglierà tecnicamente allo Scudo e che completerà la gamma Fiat.
L’Ad ha poi tenuto a precisare che Fiat non ha nessuna urgenza di alleanze in Asia. “Se arrivano partner per cose molto specifiche va bene, ma in questo momento non c’è urgenza matta di fare alleanze”, ha detto Marchionne aggiungendo: “Guardiamo dappertutto, abbiamo annunciato l’ampliamento delle nostre joint venture in Cina. L’anno prossimo, alla fine del 2015, comincerà la produzione delle prima Jeep, nel 2016 arriverà la seconda”. “Un pezzo alla volta dobbiamo cercare di arrivare a mezzo milione di auto in Cina per il 2018, che farà parte del programma di espansione della Jeep ad 1,9 milioni di vetture”. Infine, per quanto riguarda la Russia, Marchionne ha detto: “Ci siamo calmati un attimo, quando si calmeranno le acque decideremo”.
Durante la cerimonia ha parlato il presidente di Fiat, John Elkann, secondo cui l’inaugurazione di Officina 82 nell’area di Mirafiori, conferma la centralità di Torino per Fiat Chrysler. “In questo decennio, abbiamo realizzato diversi interventi per recuperare alcune aree del comprensorio di Mirafiori. L’obiettivo è chiaro: accompagnare l’evoluzione di Mirafiori, collocando attorno alle attività industriali una serie di altre attività sempre collegate al mondo dell’automobile. Si tratta di progetti diversi per finalità e estensione, ma che sono uniti dallo stesso significato: confermare l’importanza che Torino avrà per Fiat Chrysler Automobiles”.