Manovra, nuovo passo Ue verso procedura infrazione. E Dombrovskis boccia sforzi taglio deficit
Nuovo passo dell’Ue verso l’imposizione contro l’Italia della procedura di infrazione delle regole del debito. E’ quanto riportano fonti interpellate da Reuters, mentre dalle pagine del quotidiano La Stampa il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, boccia il tentativo del governo, così come emerso da indiscrezioni, di tagliare il target sul deficit-Pil per il 2019 dall’attuale 2,4% al 2,2%.
Il taglio non è sufficiente, afferma il numero due della Commissione, secondo cui è necessaria “una correzione più consistente“.
Insomma, nuovo schiaffo all’Italia, che si sta attivando per evitare la procedura di infrazione Ue.
Ma nonostante l’apparente antipatia che il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici ha detto di avere per l’imposizione di sanzioni – definendole un fallimento, la direzione di Bruxelles è quella di punire l’Italia. Tanto che fonti interpellate da Reuters confermano che i delegati della Commissione economica e finanziaria europea avrebbero già dato il loro sostegno alla Commissione Ue per il via libera alla procedura di infrazione.
LEGGI QUI il calendario delle punizioni contro l’Italia.
Certo, spiega Reuters, il comunicato potrebbe cambiare, visto che i delegati lo formalizzeranno in occasione della riunione prevista per domani, giovedì 29 novembre. Ma il tempo stringe, e l’orientamento è di replicare la bocciatura di Bruxelles che, lo scorso 21 novembre, ha detto che la procedura di infrazione contro l’Italia è giustificata dalla violazione delle regole sul debito.
“Nel complesso, la Commissione è dell’opinione che…il criterio del debito dovrebbe essere considerato non rispettato – si legge nel documento dei delegati – Una procedura di infrazione basata sulla violazione delle regole del debito è dunque giustificata”.
In realtà, i delegati di questa commissione non hanno il potere di rendere effettivo il proprio parere.
La decisione sulla procedura deve essere presa dall’Eurogruppo, che si riunirà per la prossima volta il prossimo 3 dicembre. Molti analisti ritengono tuttavia che un verdetto del genere verrà preso dall’Eurogruppo non a dicembre, ma nei meeting programmati per gennaio e febbraio.
Il termine di scadenza per decidere sulla procedura disciplinare è il 15 febbraio.
Se la decisione dovesse essere rimandata fino a febbraio, l’Italia riceverebbe comunque una sorta di richiamo: in ogni caso, sempre secondo gli esperti, Bruxelles opterebbe per l’imposizione delle sanzioni solo dopo le elezioni europee di maggio, per schivare un effetto boomerang che potrebbe premiare i sovranisti in tutta Europa.
Intanto il quotidiano La Repubblica riporta oggi indiscrezioni secondo cui il ministro dell’economia Giovanni Tria starebbe spingendo per tagliare il target deficit-Pil dal 2,4% fino al 2%.