Notizie Notizie Mondo Madrid prende le distanze da Dublino, volano i tassi dell’asta dei titoli di Stato

Madrid prende le distanze da Dublino, volano i tassi dell’asta dei titoli di Stato

16 Novembre 2010 13:53

Mettere da parte le fisime dell’orgoglio per frenare la volatilità. E’ questo il passo che Dublino avrebbe compiuto. L‘Irlanda starebbe trattando con il Fondo monetario internazionale, la Banca centrale europea e l’Unione europea per un pacchetto di aiuti destinato anche al salvataggio delle banche. Lo scrive Bloomberg citando una fonte vicina al negoziato. Lo schema di salvataggio risparmierebbe all’Irlanda di doversi rivolgere al mercato dei titoli di Stato per qualche tempo.

Mentre il tam tam mediatico si rincorre in questa giornata di alta tensione sui mercati, le preoccupazioni dei ministri finanziari della zona euro finiscono per andare al di là del rischio default di Irlanda e Portogallo. Per evitare che la febbre possa diffondersi nel resto dell’area della moneta unica, contagiando gli altri Paesi in questo momento più fragili,  il ministro dell’Economia spagnolo, Elena Salgado muove. Lo fa prendendo le distanze dall’ex Tigre celtica, in modo netto.  

“Non c’è in assoluto alcuna ragione” per paragonare la situazione della Spagna a quella di Irlanda e Portogallo, ha specificato Salgado. Parlando con i cronisti al Congresso dei deputati di Madrid, il ministro del Tesoro spagnolo ha insistito sul fatto che la situazione spagnola “é e rimarrà” diversa da quella irlandese e portoghese.

A suo avviso la Commissione europea è pienamente consapevole che la Spagna sta rispettando il calendario di riforme che il governo si è impegnato a realizzare. Nessuna pressione insomma da parte di Bruxelles perché Madrid adotti ulteriori misure antideficit, oltre a quelle già integrate nella finanziaria 2011 all’esame del parlamento. Eppure l’Europa in cerca di una soluzione per tamponare l’emergenza Irlanda è più vulnerabile che mai: a nervi scoperti scopre di aver paura anche della Spagna.


Basta guardare l’esito dell’asta odierna. Il Tesoro spagnolo ha emesso 4.975 miliardi di buoni del Tesoro a 12 e 18 mesi con tassi in netto rialzo. Un balzo che riflette le tensioni sui Paesi periferici della zona euro. I buoni a 12 mesi hanno registrato una forte domanda, pari a 7,1 miliardi, con un tasso medio del 2,363%, anche in questo caso ben al di sopra del tasso della precedente emissione (1,842%) del 19 ottobre. Per l’emissione a 18 mesi la domanda è stata pari a 4,6 miliardi, con un tasso medio del 2,664%, superiore al 2,009% della precedente emissione del 19 ottobre e a quello della chiusura di lunedì della stessa scadenza (1,700%).


Situazione analoga si è respirata in realtà all’ombra del Partenone: questa mattina la Grecia ha emesso 390 milioni di euro in buoni del Tesoro a tre mesi, a un tasso di interesse del 4,10%, in netto rialzo rispetto alla precedente emissione a tre mesi del 19 ottobre. L’emissione è stata sottoscritta con una domanda totale di 1,49 miliardi per un’offerta di partenza di 300 milioni. Nelle ultime due emissioni di buoni del Tesoro a tre mesi i tassi di interesse erano stati fissati rispettivamente al 3,75% il 19 ottobre e al 3,975% il 21 settembre.


Proprio Atene potrebbe finire nuovamente nell’occhio del ciclone visto il deterioramento dei suoi conti pubblici, più grave del previsto. Con Eurostat che per il 2009 ha rivisto al rialzo sia il deficit, schizzato al 15,4%, sia il debito pubblico, che al 126,8% è ora il più elevato d’Europa. Senza contare un Pil che mostra ancora una profonda recessione. Sullo sfondo c’è anche l’Italia, che tra l’altro sta vivendo una difficile situazione politica. Non può passare inosservato un debito pubblico che viaggia verso il 119%, con la situazione degli spread che potrebbe far gola agli speculatori.