M&A, Commerzbank anche nel radar di Unicredit: ‘le strade sono aperte’ (analisti)
Il risiko bancario in primo piano in Europa, dopo le indiscrezioni del Financial Times che parlano di una potenziale offerta di Unicredit per Commerzbank (se il deal Deutsche Bank-Commerzbank non andasse in porto). In Borsa la banca tedesca finita nel mirino dei due big bancari europei guadagna circa il 2,4%, mentre l'istituto bancario italiano cede l'1,38 per cento.
Steve Hussey, senior vice president e head of financial institutions credit research di AllianceBernstein, ha posto l'accento su quali sono le differenti finalità di un accordo tutto tedesco (DB-Commerz) o di una combo con la banca italiana. Le strade sono aperte, anche se, come avverte l’esperto, essere in grado di sfruttare le possibili sinergie di costo o ricavi che nascono da un matrimonio tra istituti di credito è cosa rara.
“In uno scenario contraddistinto da bassi tassi di interesse e bassa crescita, dove i ricavi sono sotto pressione e gli investimenti (costi) specialmente nell’IT sono elevati, la redditività delle banche è destinata a rimanere limitata - afferma Steve Hussey -. Una possibile soluzione per gli istituti di credito è di aumentare le proprie dimensioni, tramite operazioni M&A, e quindi, teoricamente, spalmare i costi. Tuttavia, l’essere in grado di sfruttare queste sinergie è cosa rara se si guarda all’esperienza M&A del settore bancario, su cui gravano debolezze strutturali (come il sistema a tre pilastri tedesco), pressioni politiche e sindacali che si oppongono al taglio di personale, il veloce sviluppo tecnologico e l’ascesa di player più agili attivi nel fintech".
Secondo l'analisi dell'esperto, "il grande problema che si pone all’unione tra Deutsche Bank e CommerzBank è la loro capacità di imporsi sulle unioni sindacali e ridurre personale e filiali, cosa necessaria dato l’accavallamento delle due banche nel territorio domestico. La ragione d’essere di un possibile accordo sono proprio queste potenziali sinergie di costo (anche al netto dei costi di ristrutturazione) e non il sogno di creare un “campione nazionale”. Una combinazione tra la controllata tedesca di Unicredit, HvB, e CommerzBank non verterebbe invece su un taglio dei costi (data la minore sovrapposizione geografica), ma su un aumento delle dimensioni, che permetterebbe di spalmare le spese degli investimenti nell’IT”.
Steve Hussey, senior vice president e head of financial institutions credit research di AllianceBernstein, ha posto l'accento su quali sono le differenti finalità di un accordo tutto tedesco (DB-Commerz) o di una combo con la banca italiana. Le strade sono aperte, anche se, come avverte l’esperto, essere in grado di sfruttare le possibili sinergie di costo o ricavi che nascono da un matrimonio tra istituti di credito è cosa rara.
“In uno scenario contraddistinto da bassi tassi di interesse e bassa crescita, dove i ricavi sono sotto pressione e gli investimenti (costi) specialmente nell’IT sono elevati, la redditività delle banche è destinata a rimanere limitata - afferma Steve Hussey -. Una possibile soluzione per gli istituti di credito è di aumentare le proprie dimensioni, tramite operazioni M&A, e quindi, teoricamente, spalmare i costi. Tuttavia, l’essere in grado di sfruttare queste sinergie è cosa rara se si guarda all’esperienza M&A del settore bancario, su cui gravano debolezze strutturali (come il sistema a tre pilastri tedesco), pressioni politiche e sindacali che si oppongono al taglio di personale, il veloce sviluppo tecnologico e l’ascesa di player più agili attivi nel fintech".
Secondo l'analisi dell'esperto, "il grande problema che si pone all’unione tra Deutsche Bank e CommerzBank è la loro capacità di imporsi sulle unioni sindacali e ridurre personale e filiali, cosa necessaria dato l’accavallamento delle due banche nel territorio domestico. La ragione d’essere di un possibile accordo sono proprio queste potenziali sinergie di costo (anche al netto dei costi di ristrutturazione) e non il sogno di creare un “campione nazionale”. Una combinazione tra la controllata tedesca di Unicredit, HvB, e CommerzBank non verterebbe invece su un taglio dei costi (data la minore sovrapposizione geografica), ma su un aumento delle dimensioni, che permetterebbe di spalmare le spese degli investimenti nell’IT”.