M. Hewson: il mercato inizia a considerare un QE2 meno aggressivo
Le rinnovate tensioni sulla tenuta delle economie periferiche tornano protagoniste sui mercati, spingendo al ribasso la moneta unica, che in questo momento scambia a 1,3903 dollari ed a 112,71 yen. Dopo l’approvazione del Piano di austerity da parte dell’esecutivo irlandese sono tornate d’attualità le indiscrezioni secondo cui anche l’Irlanda potrebbe chiedere l’intervento di Unione europea e Fondo Monetario. La scorsa settimana Dublino ha approvato un piano che prevede incrementi delle imposte e riduzioni della spesa per 6 mld di euro, con l’intento di portare il deficit al 9,25-9,5% del Pil, dal 32% stimato per l’anno in corso.
Non sta aiutando la moneta unica neanche l’unico dato di rilievo della giornata, che ha registrato un calo della produzione industriale tedesca a settembre dello 0,8% (+7,9% a/a) contro attese di un rialzo di mezzo punto percentuale.
Secondo Michael Hewson, analista di CMC Markets, questo punto potremmo assistere ad una debolezza della moneta unica nel breve, poiché “dopo quanto successo la scorsa settimana, ora il focus dei mercati è tornato sull’andamento delle finanze pubbliche di Grecia e Irlanda”. Nel Paese ellenico è tempo di elezioni regionali. Il primo ministro greco Papandreou al momento ha escluso di indire elezioni anticipate, dopo che il suo partito ha ottenuto l’appoggio dalla maggior parte delle regioni nelle elezioni locali, indicando la possibilità andare avanti nel suo programma di austerità concordato col Fmi.
Sempre Hewson rileva che alla debolezza dell’euro fa da contraltare la risalita del biglietto verde, “con gli operatori che dopo il dato decisamente migliore delle attese arrivato dalle nuove buste paga stanno iniziando a considerare, se l’economia a stelle e strisce dovesse continuare a migliorare, un QE2 meno aggressivo di quanto inizialmente stimato”.