Notizie M. Hewson: il dollaro rivitalizzato dalla possibilità che non tutti i 600 mld del QE2 vengano spesi

M. Hewson: il dollaro rivitalizzato dalla possibilità che non tutti i 600 mld del QE2 vengano spesi

17 Novembre 2010 12:08

Il dollaro continua a beneficiare delle tensioni innescate sui listini asiatici dalle possibili mosse che l’esecutivo cinese potrebbe prendere per frenare la crescita dei prezzi, una questione che sta particolarmente a cuore alle autorità, sempre pronte a spegnere sul nascere ogni possibile forma di dissenso tra la popolazione. Ma come rileva Michael Hewson, analista di CMC Markets il biglietto verde è spinto al rialzo anche “delle dichiarazioni del n.1 della Fed di St. Louis James Bullard, secondo il quale esiste la possibilità che la Fed non spenda tutti i 600 mld del QE2” nel caso in cui l’economia dovesse migliorare. Il biglietto verde in questo momento quota 83,440 yen ed a 1,387 contro euro; il dollar index si attesta a 79,21 non lontano dalla resistenza posta a 80,08.

Intanto in Europa sono sempre i Paesi periferici al centro dell’attenzione. Se l’Irlanda non ha ancora deciso il da farsi, ad innescare nuove tensioni ci sta pensando il Ministro dell’economia austriaco. Josef Proell, dopo le accuse alla Grecia di “non aver rispettato gli impegni” e dopo aver annunciato che il suo Paese non ha ancora depositato la quota spettante per il contributo di dicembre (definendolo “non automatico”), oggi ha dichiarato che la prossima tranche di aiuti ad Atene è stata posticipata a gennaio da dicembre. Dal Portogallo arrivato invece il dato relativo la disoccupazione del terzo trimestre, salita di 30 pb al 10,9%.

Stabile la sterlina, che nel cable quota 1,5886 dollari e contro euro scambia a 0,8487. Dal Regno Unito arrivati i dati relativi la disoccupazione di ottobre, che si è confermata al 4,5%, con il numero dei senza lavoro che è invece diminuito di 3.700 unità, prima flessione dallo scorso luglio. Gli analisti avevano pronosticato una crescita di 5 mila unità. I verbali dell’ultima riunione della Banca centrale del 3-4 novembre hanno invece evidenziato, com’era prevedibile, una spaccatura tra i membri del Comitato di Politica monetaria. Su nove membri, sette hanno votato per la conferma del costo del denaro allo 0,5% e per il mantenimento del piano di acquisto asset da 200 mld di sterline, la “colomba” Adam Posen ha chiesto che il quantitative easing d’Oltremanica sia incrementato di 50 mld di sterline mentre il “falco” Andrew Sentance si è detto favorevole ad un innalzamento del costo del denaro allo 0,75%.

Nel primo pomeriggio in arrivo i dati relativi l’inflazione ottobre, attesa in rialzo congiunturale dello 0,3% in versione completa e dello 0,1% in versione “depurata”, ed i dati su permessi di costruzione e avvio di nuovi cantieri.