M. Hewson: la BoJ può solo rallentare la corsa dello Yen
In una settimana che sarà scandita dalle riunioni delle banche centrali, domani tocca alla Bank of Japan ed alla Reserve Bank of Australia, poi sarà la volta della Bank of England e della Banca centrale europea, i riflettori sono ancora puntati sulla Federal Reserve. Venerdì il Presidente della Fed di New York William Dudley, ha per la prima volta quantificato un possibile intervento della Banca centrale statunitense; Dudley ha stimato che acquisti di asset nell’ordine dei 500 mld di dollari corrispondono ad un taglio del costo del denaro dello 0,5-0,75%.
Secondo Hewson, analista di CMC Markets, il peggioramento continuo dei dati statunitensi sta rinforzando il già negativo sentiment sul dollaro: dai dati di venerdì sul mercato del lavoro, sottolinea Hewson, si avranno indicazioni fondamentali sull’andamento dell’economia statunitense.
Per quanto riguarda le riunioni di domani, Hewson ritiene che qualsiasi decisione della BoJ servirà semplicemente a rallentare la crescita dello yen nei confronti del dollaro (usd/jpy a 83,230, -0,1%, in questo momento), mentre per quanto riguarda la Banca centrale australiana l’analista pronostica una crescita del costo del denaro di un quarto di punto al 4,75% per provare a stemperare le tensioni inflazionistiche. Anche se la RBA dovesse deludere le attese Hewson pronostica la parità aussie/dollaro statunitense a causa della debolezza del biglietto verde (aud/usd a 0,9689, -0,2%).
L’euro, che perde lo 0,4% a 1,3718 contro dollaro, nella prima parte di seduta è stato spinto al rialzo, nonostante le tensioni dalle economie periferiche restino intatte, dalla notizia che la Cina acquisterà bond targati Atene appena questa tornerà sul mercato. Notizie positive anche dall’Ism cinese relativo il settore dei servizi, a 61,7 a settembre.