Lo strano caso della SNB, banca centrale ‘bolla’. Mentre la BoJ ha il 75% degli ETF giapponesi
Mentre la Banca centrale europea si prepara al grande annuncio sul tapering del Quantitative easing – che dovrebbe arrivare in occasione del meeting di ottobre – e la Bank of England è costretta a vagliare di nuovo seriamente l’opzione di un rialzo dei tassi, sulla scia di un’inflazione che balza nel Regno Unito a valori record, ci sono due banche centrali che fanno parlare di loro per motivi diversi, e poco attinenti a questioni di politica monetaria.
Una è la SNB, Swiss National Bank ( la banca centrale della Svizzera), del cui mistero si è già parlato.
L’altra è la Bank of Japan, che sta intervendo sui mercati finanziari del Giappone a ritmi a dir poco frenetici.
Riguardo al caso della Swiss National Bank, il trend del titolo si fa sempre più rialzista, tanto che il valore è ben superiore alla soglia di 3.100 franchi svizzeri, dopo il superamento della soglia dei 3.000 franchi svizzeri nel mese di agosto.
La banca centrale avrebbe un’esposizione crescente soprattutto verso le azioni Apple, e al momento deterrebbe complessivamente più di $80 miliardi di azioni Usa.
Particolarmente più inquietante è l’esposizione della Bank of Japan, che ora detiene 3/4, ovvero ben il 75%, degli ETF giapponesi, in termini di valore di mercato.
Di fatto, in quello che viene considerato un circolo vizioso, gli acquisti della banca centrale del Giappone hanno permesso agli asset gestiti dagli ETF di volare di quasi 10 volte il valore della fine del 2010, fino a balzare alla cifra di 25 trilioni di yen (l’equivalente di $230 miliardi).
E tale esposizione preoccupa più del balzo +89% che l’indice azionario Nikkei 225 ha segnato dal dicembre del 2010.