Lira turca, dura poco recupero post rialzo tassi. Valuta paga rumor bailout banche e caso Isbank
Turchia ancora in primo piano, con la lira turca che paga oggi sia i rumor su un piano di bailout per le banche, che le indagini che il presidente Recep Tayyip Erdogan vorrebbe lanciare sul board della banca locale Isbank.
Stando ad alcune indiscrezioni riportate da Bloomberg, il governo annuncerà nella giornata di giovedì un piano economico di medio termine, che si concretizzerà tra le altre cose anche in un piano di bailout a favore di alcune banche del paese: istituti che, a causa del crollo della lira e del rialzo dei tassi di interesse, hanno assistito a una crescita notevole dei loro NPL, non performing loans, ovvero crediti deteriorati.
Le misure, riporta Bloomberg, tenteranno di “smorzare il bisogno di iniezione di capitali e proporranno di liberare le banche dagli NPL“, che potrebbero essere trasferiti in una “bad bank” creata ad hoc dallo stato.
A rivelare il piano, stando ai rumor, sarà il genero del presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan, il ministro del Tesoro e delle Finanze Berat Albayrak, in occasione della presentazione della legge di bilancio, che rivelerà i target macroeconomici e fiscali per il prossimo triennio.
La notizia ha messo il turbo ai titoli bancari della Turchia: le banche rimangono comunque attentamente monitorate, dopo la notizia secondo cui avrebbero di recente scaricato il 20% dell’oro in loro possesso, al fine di assicurarsi una maggiore liquidità.
La lira turca perde invece terreno, dopo i rialzi che era riuscita a riportare, successivamente alla decisione della Banca centrale di sfidare gli avvertimenti del presidente Erdogan, e di alzare i tassi di ben 625 punti base.
A mettere sotto pressione la valuta sarebbero altri rumor riportati da Reuters, secondo cui Erdogan avrebbe chiesto alle autorità di avviare controlli sul consiglio di amministrazione della banca locale Isbank sospettando l’influenza, nel board, del principale partito di opposizione, il partito popolare repubblicano (CHP).
“Il CHP detiene il 28% delle azioni di Isbank. Non può prelevare soldi dalla banca ma ha quattro suoi esponenti nel consiglio di amministrazione. Cosa fanno queste quattro persone? E’ importante capirlo”, ha detto Erdogan ai giornalisti, ritornando da una visita in Azerbaijan, e alimentando con queste parole il timore di una vendetta politica, da parte sua, nei confronti del settore finanziario.
La lira turca ha reagito, cancellando brevemente tutti i guadagni messi a segno a seguito della stretta monetaria della Banca centrale, per poi oscillare attorno a 6,20 nei confronti del dollaro.
Riguardo alla corsa allo smobilizzo del proprio oro, le banche turche sono state costrette alla mossa per cercare di rimborsare bond per un valore di $34,4 miliardi che hanno venduto nel decennio della rapida crescita economica e in un contesto in cui i tassi oscillavano ancora ai minimi storici.
Le banche hanno ritirato riserve di oro per un valore fino a $4,5 miliardi, per venderle in cambio di asset “più liquidi”. Le condizioni in cui gli istituti versano sono a dir poco preoccupanti, se si considera che, entro il 2019, dovranno pagare $7m6 miliardi di interessi sul debito emesso denominato in dollari.