Legge di Stabilità: Corte dei Conti, buco gettito da 13,7 miliardi nel 2017. Prosegue il credit crunch
La Legge di Stabilità comporterà un vuoto di gettito di 13,721 miliardi tra il 2017 e il 2020. E’ questo l’allarme lanciato dalla Corte dei Conti, nel documento ‘Le prospettive di finanza pubblica dopo la Legge di Stabilità, elaborato con il Cer, Prometeia e Ref, anche se al momento non sembra necessaria una manovra bis. Non solo. Il credit crunch è, tra i “rischi paventati dal governo, quello più vicino a materializzarsi” e proseguirà anche nel 2014.
“Tra le maggiori incognite che incidono sul quadro macroeconomico – prosegue il documento – non sembra esservi tanto il rischio di un aumento dei tassi, quanto la mancata trasmissione al settore reale delle condizioni di abbondante liquidità che si riscontrano sul mercato finanziario“. “Gli impieghi bancari continuano infatti a diminuire e ciò imbriglia la forza della ripresa, che anche per questa ragione rimane assai meno pronunciata che negli altri Paesi. E’ difficile che le molte ragioni sottostanti all’inaridimento dei flussi creditizi (necessità di ricapitalizzazione degli istituti bancari, elevata incidenza delle sofferenze, stringenza dei vincoli prudenziali imposti da Basilea 3) possano venire meno nel volgere di pochi mesi. Più probabile è che la restrizione creditizia continui, in media, anche nel 2014, per poi esaurirsi gradualmente a partire dal 2015. Fra i rischi paventati dal Governo l’assenza di credito è forse quello più vicino a materializzarsi”.
E ancora, nella manovra 2014 i target di bilancio sono “ampiamente disattesi”. il raggiungimento del pareggio viene rinviato dal 2013 al 2017 ed “è stato rimandato in un biennio, dal 2012 al 2014, anche l’obiettivo di riportare l’indebitamento al di sotto del 3% del Pil”. “La revisione degli obiettivi è stata in massima parte obbligata dal momento che il sentiero programmatico precedente si è rivelato insostenibile dal punto di vista macroeconomico” ma vi è “il rischio di sacrificare gli obiettivi di bilancio senza riuscire a trasmettere impulsi significativi all’economia“. Inoltre per la Corte dei Conti, sulla base della analisi di istituti indipendenti “si prefigura una crescita del Pil inferiore all’1% nel corrente anno e inferiore all’1,5% nel 2015-16; nel triennio, lo scostamento rispetto alla previsione governativa sale da 0,2 a 0,5 punti”. In conclusione per la magistratura contabile “l’inversione del ciclo si sta effettivamente concretizzando ma la velocità di uscita dalla recessione appare inferiore” a quanto previsto inizialmente.