Le prospettive per gli ETF nel 2023: giocare in difesa e investire tatticamente con uno sguardo ai mercati emergenti

Il 2023 potrebbe non essere privo di ostacoli per i mercati finanziari globali. E’ quello che prevede Jason Xavier, Head of EMEA ETF Capital Markets di Franklin Templeton, secondo cui sarà un anno adatto per giocare in difesa, puntando al massimo reddito e cercando tatticamente un indebolimento del dollaro statunitense, per passare a una possibile allocazione sui mercati emergenti. Ecco le tre previsioni che delinea il top manager di Franklin Templeton.
Maggiori afflussi verso gli ETF Smart Beta multi-fattoriali
La prima previsione di Xavier si concentra sul gioco difensivo. A tale scopo, si legge nel report, “siamo convinti che a partire da quest’anno la crescita degli ETF smart beta multi-fattoriali, soprattutto quelli focalizzati su quality e generazione di income, dovrebbe essere superiore a quella del relativo patrimonio gestito (AUM), considerando che ormai è finito il decennio di denaro ‘a basso prezzo’ e tassi d’interesse a minimi record. L’epoca di una politica monetaria così accomodante ha sicuramente apportato benefici sia agli ETF sia ai fondi indicizzati”.
In particolare, prosegue Xavier, “i sistemi ponderati per la capitalizzazione di mercati che spesso sovrappesano notevolmente i titoli growth si sono dimostrati una buona strategia ‘buy-and-hold’, che ha fornito solidi rendimenti annualizzati. Tuttavia, il nuovo contesto attuale relativo ai tassi d’interesse richiede un approccio più tattico su asset allocation ed esposizioni al mercato azionario. Gli investitori in ETF possono pertanto cominciare a guardare favorevolmente a programmi di ponderazione alternativa, ad esempio gli ETF smart beta multi-fattoriali, che tengono conto anche dei fondamentali dei titoli, invece di limitarsi alla loro capitalizzazione di mercato. Siamo convinti che in questo segmento l’anno prossimo vi sarà una forte crescita”.
Sul podio 2023 gli ETF obbligazionari e sui dividendi
Secondo Xavier, “Con l’inflazione ancora elevata e l’impatto del costo della vita di cui stiamo risentendo tutti, i consumatori cercheranno prevedibilmente di ridurre il più possibile le spese fisse per mantenere una liquidità maggiore in vista dell’incertezza del 2023. Non è diverso da un punto di vista degli investimenti. Per realizzare solidi rendimenti è necessario un approccio più tattico, tuttavia siamo convinti che nel corso del prossimo anno un’ottimizzazione dei rendimenti e del reddito avrà indubbiamente un peso maggiore nella costruzione del portafoglio. Siamo pertanto convinti che l’anno prossimo potranno registrare buoni afflussi gli ETF con distribuzione di dividendi globali e regionali, soprattutto quelli che selezionano i titoli migliori in base ai fondamentali tramite un approccio quality e value”.
Per quanto riguarda il reddito fisso nel 2023, spiega Xavier, “Sarà sicuramente una presenza importante nei portafogli degli investitori, considerando che tutti gli occhi continuano ad essere puntati sulla Federal Reserve (Fed) statunitense in vista di un’eventuale svolta. Con l’aspettativa di cali dei tassi nel 2023, il reddito fisso costituisce un’asset class molto interessante. Siamo anche convinti che possa offrire rendimenti interessanti a fronte di un rischio minore, rispetto agli ultimi anni. La duration è un fattore fondamentale, e riteniamo che l’importanza della selezione di asset obbligazionari che possano bilanciare rischio e rendimento renda le obbligazioni societarie investment grade un valido concorrente nell’area del reddito fisso. Inoltre, l’integrazione di questi fondamentali con gli elementi costantemente positivi che sostengono gli investimenti ambientale, sociale e di governance (ESG) rende le obbligazioni verdi euro un altro possibile elemento allettante per il 2023″.
Sale l’appeal per gli ETF azionari sui singoli paesi emergenti
Il top manager di Franklin Templeton consiglia, infine, di “selezionare i paesi ‘amici degli Stati Uniti’ e che possono beneficiare di settori leader nell’innovazione, ad esempio la tecnologia e la sanità, ed esporsi a mercati che potrebbero sottrarre quote del mercato manifatturiero alla Cina”. Queste potrebbero essere due soluzioni interessanti per il 2023 ma, si legge nel report, “Preferiamo pertanto posizionarci su Corea del Sud, Taiwan e India rispetto a un’allocazione ai mercati emergenti in generale”.