Le materie prime spingono le commodity currencies
Dollaro canadese, dollaro australiano e dollaro neozelandese. Queste le monete che più delle altre hanno beneficiato della ripresa delle quotazioni delle commodity.
Causa anche l’indebolimento del biglietto verde, sceso negli ultimi tre mesi del 3,6%, lo S&P GSCI (che rileva le performance di 24 commodity) nel trimestre ha guadagnato oltre 21 punti percentuali trainato dal +27% registrato dal Brent.
In questo contesto il loonie, dal nome dell’uccello acquatico rappresentato su una facciata della moneta canadese, ha guadagnato l’8,26% in termini di dollari, l’aussie è salito del 6% e il kiwi del 4,5%.
“Si tratta di valute che rappresentano proxy per le commodity”, ha commentato Bipan Rai, direttore esecutivo per le valute della Canadian Imperial Bank of Commerce. “Gran parte dell’incremento è legato al greggio e la scorsa settimana sono arrivate un paio di notizie che suggeriscono che, almeno nel breve termine, l’offerta potrebbe essere compromessa”.
In particolare, nelle ultime ore, a minacciare l’offerta in arrivo dal Canada è un gigantesco incendio che ha costretto le autorità a dichiarare lo stato di emergenza nella provincia dell’Alberta, dove sono già stati distrutti oltre 1.600 edifici.