Le Borse navigano in acque agitate
Settimana da dimenticare per i mercati azionari internazionali, a cominciare da Wall Street. Di contro per i trader ribassisti è stato un periodo fertile di occasioni.
La seduta più nervosa per le Borse Usa è stata quella del 24 ottobre. La paura per il rallentamento della crescita globale e l’ondata di vendite che si è abbattuta sul comparto hi-tech hanno messo al tappeto i mercati Usa, che hanno chiuso in forte calo. I pacchi bomba a esponenti democratici, incluso l’ex presidente Barack Obama, e alla Cnn hanno agitato ulteriormente alimentando le tensioni in attesa delle elezioni di metà mandato. Il Nasdaq è arrivato a perdere oltre 4 punti percentuali in quella che è stata la sua seduta peggiore dall’agosto del 2011. Il Dow Jones ha lasciato sul terreno il 2,41% mentre lo S&P 500 ha chiuso in ribasso del 3,08% bruciando così i guadagnai accumulati dall’inizio dell’anno.
La settimana è stata molto dura anche per Piazza Affari dove i riflettori del mercato sono stati tutti puntati sull’agenzia di rating S&P visto che era chiamata ad esprimersi sull’Italia con il mercato già preoccupato per il recente downgrade di 7 giorni fa apportato da Moody’s.
In questo contesto gli indizi azionari si sono confermati tra i temi più apprezzati dai trader in certificati. Da segnalare in particolare gli scambi elevati sul Dax, essenzialmente sul Mini Short (Isin NL0012165377) che con livello di strike a 16,168,98 e un knock out a 15.683,91 ha premiato i ribassisti con una leva che si è però fisiologicamente ridotta schiacciandosi fino a 2 mentre l’indice tedesco ha proseguito nella sua discesa.
Da parte sua il Ftse Mib è restato ai vertici dell’attenzione dei trader, soprattutto in ottica ribassista. Scambi particolarmente elevati si sono registrati sul Turbo Short (Isin NL0013035025) caratterizzato da uno strike coincidente con il knock out a 20.500. La leva è arrivata oltre 9.
Di contro, al rialzo gli investitori non si sono fatti scappare l’occasione di fare trading con i certificati agganciati a una vivace Fca. Su tutti il Mini Long (Isin NL0012319065) che presenta un livello strike a 11,3956 e un knock out a 11,9654. La leva si è di conseguenza assestata tra 5 e 6. A spingere i volumi la notizia che Fiat Chrysler Automobiles (Fca) ha raggiunto l’accordo definitivo per cedere la controllata Magneti Marelli a CK Holdings, holding di Calsonic Kansei, uno dei principali fornitori giapponesi di componentistica per autoveicoli di proprietà del fondo KKR. L’operazione, che dovrebbe concludersi nella prima metà del 2019, ha un controvalore di 6,2 miliardi di euro, superiore al prezzo di 5,5 miliardi di euro (debito incluso) che circolava tra i corridoi nelle scorse settimane e più vicino dunque a quello che chiedeva il gruppo.