Le Borse europee tornano alla realtà, Commerzbank delude il mercato

Le Borse europee tornano alla realtà. Gli investitori riprendono fiato dopo la brusca accelerazione della settimana scorsa che ha portato molti indici benchmark in territorio di ipercomprato. La decisione annunciata dalla Federal Reserve di procedere a nuovi acquisti di governativi mantenendo i tassi di riferimento sugli attuali minimi, ben accolta da Wall Street e dai listini, oggi cede il passo alla cautela: in Europa alimenta i timori che una politica espansiva possa generare inflazione. Anche se la Cina ha già detto che farà la sua parte per calmierare la situazione.
Che il sentiment si fosse un po’ incrinato in realtà lo si era già intuito venerdì scorso quando i dati positivi sull’occupazione Usa, con gli occupati nei settori non agricoli che sono aumentati di 151 mila unità, dato decisamente superiore alle 60 mila previste, erano stati bilanciati dalla delusione per i numeri e le previsioni negative di due giganti del credito come Royal Bank of Scotland e Hsbc e dal ritorno della paura per la sostenibilità i debiti sovrani.
Stamattina non va meglio con Commerzbank, che ha deluso le aspettative degli analisti con i risultati del terzo trimestre in quanto il calo del segmento dei clienti private e degli abs ha controbilanciato la buona performance degli impieghi corporate. L’utile netto del periodo si è attestato a 113 milioni di euro, sotto le attese elaborate da un sondaggio Reuters che convergevano su 164 milioni. Il Tier 1 della banca al 30 settembre è stato pari all’11,2%, mentre il Core Tier 1 è al 9,9%, considerevolmente al di sopra del target fissato tra il 7 e l’8%.
In attesa dei numeri, focus su Premafin e FonSai. Secondo Il Sole 24 ore di sabato, le banche hanno informalmente dato il via libera al piano di riscadenziamento del prestito da 320 milioni di euro, che prevederebbe il congelamento degli interessi fino a dicembre 2011. Entro la settimana prossima l’iter dovrebbe essere completato. La quota della partecipazione di Premafin in Fonsai in pegno alle banche dovrebbe salire dal 60 al 100%. Sempre secondo Il Sole 24 Ore Unicredit dovrebbe partecipare al consorzio di garanzia per l’aumento di capitale di Premafin, mentre più incerta è la partecipazione di Mediobanca. A questo proposito, Repubblica di sabato scrive che Unicredit sta studiando il dossier, mentre Mediobanca “è ancora più tiepida sull’ipotesi”.
Restando sempre in ambito finanziario sul Corriere Economia, il direttore generale Fiorenzo Dalu della Bpm ha anticipato che l’istituto è “estraneo a ogni processo di rafforzamento del capitale” e che Bpm non ha problemi di coefficienti patrimoniali. L’inserto economico del Corriere segnala inoltre l’indiscrezione secondo cui Norges Bank sarebbe interessata a fare ulteriori acquisti in Italia: oltre alle banche, la banca centrale norvegese starebbe guardando con interesse alle Autostrade.
Resta alta anche l’attezione su Fiat in vista del test dei conti Chrysler. Secondo Repubblica di sabato, la casa automobilistica ha intenzione di proporre una newco Fiat-Chrysler per lo stabilimento di Mirafiori, a partire dal 2011. Nella nuova società confluirebbero 5.400 dipendenti e verrebbero prodotti modelli nati dalla fusione industriale dei due gruppi.
Nel mirino della speculazione è finita Finmeccanica: il Sunday Telegraph ha segnalato che il consorzio Eurofighter, a cui partecipa anche l’Italia, è ben posizionato per vincere un contratto da 7 miliardi di sterline per la fornitura 126 jet Typhoon all’Indian Air Force. Infine lunedì sul mercato si guarda anche ai titoli delle squadre di calcio quotate in Borsa. Da monitorare la Juventus, che ieri ha vinto la partita di campionato contro il Cesena.
Per i cuori giallorossi si preannuncia una seduta positiva per l’As Roma, uscita vittoriosa dal derby con la Lazio, mentre la Italpetroli ha confermato di aver ricevuto alcune offerte non vincolanti per la quota di controllo della società calcistica. Secondo La Stampa di sabato, tra le offerte non vincolanti giunte per la società, due arrivano dagli Usa, due dal mondo arabo (si fanno i nomi dei fondi Aabar e Mubadala, non confermati da fonti vicine alla società), una dalla Cina e altre dall’Italia per un totale di sei-sette. Fuori Francesco Angelini che non ha presentato offerte.