Lavoro: Nomisma, occupazione aumenta ma con questi numeri produttività in calo

"Il buon dato di settembre sugli occupati (+82.000 su agosto) consente di incrementarne il numero nel terzo trimestre di 48.300 unità rispetto ai precedenti tre mesi, di 52.700 dal quarto trimestre 2013 (120.000 tra dicembre 2013 e settembre 2014). E' una dinamica lenta (+0,1% scarso a trimestre dalla fine dello scorso anno), ma migliore di quella che ci si attenderebbe, data la perdurante flessione dell'attività produttiva: le stime danno il Pil ancora in calo nel terzo trimestre. Ciò implica che dietro la buona notizia si nasconde una meno favorevole: con questi numeri la produttività è in calo". Così Sergio de Nardis, capo economista di Nomisma, ha commentato i dati sul mercato del lavoro relativi al mese di settembre 2014 e pubblicati oggi dall'Istat.
"Inoltre il tasso di disoccupazione non si muove, rimanendo fermo al 12,6% nel terzo trimestre (era al 12,5% nel secondo), al 43,2% tra i giovani che cercano lavoro. In questo caso la cattiva notizia può nasconderne una meno negativa: la percentuale di disoccupati non si riduce, nonostante l'aumento dell'occupazione, perché si è ampliato il numero di persone in età da lavoro alla ricerca di impiego: un rialzo che potrebbe suggerire, data la più positiva dinamica occupazionale, un minor scoraggiamento nella ricerca di un posto di lavoro. Rimane aperto un punto di domanda: gli indicatori del mercato del lavoro reagiscono con ritardo alla congiuntura economica, quindi i dati occupazionali del terzo trimestre dovrebbero riflettere un miglioramento produttivo pregresso non leggibile nelle statistiche dei mesi scorsi. E' una growthless job recovery? Se così fosse, per la produttività non sarebbe una buona notizia", conclude De Nardis.
"Inoltre il tasso di disoccupazione non si muove, rimanendo fermo al 12,6% nel terzo trimestre (era al 12,5% nel secondo), al 43,2% tra i giovani che cercano lavoro. In questo caso la cattiva notizia può nasconderne una meno negativa: la percentuale di disoccupati non si riduce, nonostante l'aumento dell'occupazione, perché si è ampliato il numero di persone in età da lavoro alla ricerca di impiego: un rialzo che potrebbe suggerire, data la più positiva dinamica occupazionale, un minor scoraggiamento nella ricerca di un posto di lavoro. Rimane aperto un punto di domanda: gli indicatori del mercato del lavoro reagiscono con ritardo alla congiuntura economica, quindi i dati occupazionali del terzo trimestre dovrebbero riflettere un miglioramento produttivo pregresso non leggibile nelle statistiche dei mesi scorsi. E' una growthless job recovery? Se così fosse, per la produttività non sarebbe una buona notizia", conclude De Nardis.