Kairos: Il 2022 anno in cui vendere su forza, il 2023 da comprare su debolezza
Si avvicina la fine dell’anno e come sempre si tirano le somme dei 12 mesi andati e si azzardano previsioni sui prossimi che verranno.
Se il 2022 è stato un anno in cui vendere su forza, il 2023 sarà un anno in cui comprare su debolezza in vista di un 2024 di ripresa generalizzata. Nel suo podcast “Al 4° piano”, Alessandro Fugnoli, Strategist di Kairos, avanza le sue previsioni per il 2023 sottolineando come, mai come quest’anno, si rileva una forte dispersione nelle stime, data la complessità della fase che stiamo attraversando.
Andamento dell’inflazione, forza o debolezza del dollaro, previsioni sui tassi di interesse, tenuta dell’economia e relative decisioni di politica monetaria da parte delle Banche Centrali. Tutte queste variabili porteranno tensioni e volatilità nei mercati.
Come affrontare quindi il nuovo anno?
“Per il 2023, in ogni caso, l’accordo più ampio di tutti è, di nuovo, sul fatto che l’inflazione scenderà di molto e si riporterà vicina al 2% per la fine dell’anno” così l’esperto secondo cui “Chi si spinge fino al 2024 vede un’ulteriore discesa. Qui forse l’ottimismo è eccessivo. Così scrive l’analista secondo cui il 2024 è infatti previsto da tutti come un anno di forte ripresa dell’economia, cosa che si solito difficilmente si accompagna con una discesa dei prezzi”.
Unanime è anche l’idea che il dollaro si indebolirà. Sul quando e sul quanto tuttavia non c’è accordo. Per alcuni ha già toccato il massimo, per altri lo toccherà nella prima parte del prossimo anno. Per alcuni la discesa sarà nel 2023, per altri nel 2024. C’è poi chi lo vede fermarsi a 1.10 contro euro e chi lo vede indebolirsi fino a 1.20 nel 2024.
Da parte nostra, più che fare una previsione definita, mettiamo in rilievo una tensione che accompagnerà tutto l’anno prossimo. Parliamo della tensione tra un mercato che cercherà di giocare d’anticipo e festeggiare fin da subito, come ha già cominciato a fare nelle ultime settimane, l’avvicinarsi del prossimo ciclo economico positivo e le banche centrali, che cercheranno invece di smussare gli entusiasmi e di non abbassare i tassi prima di essere certe che il contenimento dell’inflazione sia duraturo.
Questa tensione porterà volatilità nei mercati. Per non restarne vittima, sarà consigliabile non correre dietro a rialzi prematuri per potere invece comprare senza troppe esitazioni nei momenti di delusione. Questi momenti verranno quando il mercato, dopo essersi allungato troppo, dovrà constatare che i tassi non saranno abbassati subito e che, a un certo punto, l’economia rallenterà.
E la previsione sulle borse, dice Fugnoli “come sempre, resta la più impegnativa di tutte perché, oltre a tutti i fattori che abbiamo già elencato, richiede anche una stima sugli utili delle società, che difficilmente cresceranno rispetto a quest’anno. In ogni caso, le previsioni per il 2023 che sono state pubblicate vanno da un modesto ribasso degli indici a un recupero del 10 per cento”.