JPMorgan: perdita da derivati potrebbe salire a 9 mld di dollari (Nyt)
L’ombra della ‘London Whale’ torna ad allungarsi e a far tremare JPMorgan. Secondo quanto riportato oggi dal New York Times, che cita una proiezione interna effettuata dalla banca americana, le perdite finali sui derivati di JPMorgan potrebbero raggiungere la cifra ‘monstre’ di 9 miliardi di dollari. Un buco decisamente superiore a quanto pronosticato dalla società.
Un’indiscrezione che sta mettendo sotto pressione JPMorgan nel pre-market: il titolo cede oltre il tre percento, scambiando a 35,54 dollari ad azione. E’ tuttavia l’intero comparto finanziario a stelle e strisce a risentire dei rumors di JPMorgan. Quando manca circa un’ora all’avvio delle contrattazioni Oltreoceano Morgan Stanley e Goldman Sach cedono rispettivamente l’1,65% e l’12%. -1,80 per Bank of America. Nel pre-mercato Citigroup lascia sul terreno il 2,6%.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Usa nella sua edizione online nel mese di aprile in un rapporto realizzato internamente dalla banca si ipotizzavano, nello scenario peggiore, perdite comprese tra gli 8 e i 9 miliardi, anche se le autorità di vigilanza si attendono che il rosso non sarà superiore ai 6-7 miliardi.
JPMorgan dovrebbe annunciare l’entità della perdita il prossimo 13 luglio, giorno in cui verranno diffusi i risultati finanziari del secondo trimestre.
L’allarme derivati per il colosso bancario Usa è scattato a maggio quando l’amministratore delegato, Jamie Dimon, ha reso noto che il gruppo ha accusato perdite sui mercati finanziari per complessivi 2 miliardi di dollari. Una perdita miliardaria generata dalle operazioni di un trader soprannominato appunto la “London Whale” a causa della portata delle operazioni effettuate.
A un mese esatto dall’annuncio, lo scorso 13 giugno, il ceo Jamie Dimon si è presentato di fronte alla commissione bancaria del Senato. Dimon nel corso del suo intervento si è detto dispiaciuto della perdita da due miliardi di dollari, precisando che si tratta di un “episodio isolato”.