JP Morgan: nel 2013 il focus tornerà sulle valute ad alto rendimento
“Il 2013 dovrebbe esser un altro anno in cui si assisterà a un allentamento della politica monetaria, ma a differenza del 2012 ci saranno minori rischi al ribasso”. È quanto si legge nell’outlook sul mercato valutario relativo il primo trimestre 2013 preparato da Sara Yates, Global Currency Strategist di J.P. Morgan Private Bank.
Con un outlook sostanzialmente improntato all’ottimismo (“la crescita negli Stati Uniti e in Cina pare destinata a migliorare, mentre il rischio di regressione dell’Eurozona è stato sostanzialmente ridotto grazie alla creazione delle transazioni monetarie dirette”), ci saranno tre conseguenze per le valute: “gli investitori continueranno a cercare rendimenti, si troveranno più a loro agio nell’operare con i diversi livelli di rischio e i fondamentali della singola valuta saranno più importanti”.
L’andamento di euro e sterlina non è facilmente pronosticabile perché “i cambi EUR/USD e GBP/USD dovranno probabilmente fronteggiare due elementi che spingeranno in direzioni opposte: il miglioramento del sentiment generale agirà da supporto, mentre la debole crescita del Regno Unito ed Eurozona avrà ripercussioni sulle performance”.
Uno scenario di questo tipo dovrebbe favorire le valute ad alto rendimento, “riteniamo che le valute ‘risk-on’ possano essere quelle che performeranno meglio nel 2013, soprattutto nella seconda metà dell’anno”.
“Un minore rischio sistemico -continua il resoconto- significa che le correlazioni stanno crollando e che i fondamentali delle valute diventeranno più importanti”. “Ci aspettiamo valute ‘risk-on’ più convenienti, con un rendimento reale positivo, buoni fondamentali e una banca centrale non avversa all’apprezzamento per assistere alla migliore performance come confermano le previsioni globali”.
In particolare il rapporto si sofferma sul peso messicano che è “la valuta più fortemente collegata al sentiment dei mercati globali e al contempo beneficia dal ribaltamento delle previsioni sull’economia statunitense”. “Al contempo rimane ancora una valuta economica: questo significa che c’è ancora spazio sia per un suo apprezzamento sia per un positivo rendimento reale, e la banca centrale ha mostrato segnali di voler intervenire”.