Italia a rischio recessione
L’Italia potrebbe essere il primo Paese dell’Eurozona a entrare in recessione. Lo scrive, a commento dei dati di oggi sulla fiducia delle imprese diffusi dall’Isae, l’economista di Morgan Stanley, Vladimir Pillonca. Quello recessivo non è tuttavia lo scenario centrale proposto da Pillonca, rappresentato invece da un forte rallentamento. La previsione di crescita per il Pil dell’intero 2008 è infatti posta all’1%, “ma – chiarisce l’economista nel commento – continuano a esserci significativi rischi verso il basso”.
Secondo Pillonca i dati di oggi suggeriscono la continuazione di un graduale trend verso il basso. E questo avverrebbe in contrasto con l’andamento positivo da due mesi del corrispondente Ifo tedesco. In questo scenario l’Italia parrebbe rallentare a un ritmo più veloce.
“L’ultima volta che l’indice di fiducia è sceso a questi livelli – spiega Pillonca – era il primo trimestre del 2005 e in quel periodo la crescita del Pil era scesa dello 0,1% trimestre su trimestre. Il dato di oggi corrobora la nostra visione di un marcato rallentamento in Italia quest’anno e potenzialmente anche uno o due trimestri di crescita negativa del Pil”. Proprio due trimestri consecutivi di crescita negativa contraddistinguono tecnicamente una situazione di recessione.
A livello dimensionale il calo della fiducia registrato dall’Isae tra novembre e febbraio nei dati aggregati (oltre due punti) è stato particolarmente marcato per le grandi imprese (oltre i 500 addetti), per le quali l’indicatore è sceso gradualmente da 92,2 di novembre a 88 di febbraio; il peggioramento è stato invece meno marcato per le imprese piccole (con meno di 100 addetti), per le quali l’indicatore è sceso – sempre nel medesimo periodo – da 92,7 a 90,2. Nelle medie imprese la fiducia infine è rimasta pressoché stazionaria, pur registrando modeste oscillazioni su base mensile.