Italia: Pil giù anche nel terzo trimestre, ma tiene meglio delle attese
Il calo congiunturale, rimarca la nota dell’istituto di statistica, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nei comparti dell’agricoltura e dei servizi e di un leggero aumento in quello dell’industria. Il terzo trimestre del 2012 ha avuto due giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2011. La crescita acquisita per il 2012 è pari a -2%.
Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,5% negli Stati Uniti e dell’1% nel Regno Unito, mentre è diminuito dello 0,9% in Giappone. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,3% negli Stati Uniti e dello 0,2% in Giappone. Nel Regno Unito il Pil ha segnato una variazione tendenziale nulla. Oggi sono arrivati anche i dati relativi alla Germania (+0,2% t/t, +0,4% a/a) e della Francia che a sorpresa è tornata a crescere nel terzo trimestre (+0,2% t/t).
Il rapporto Istat presentato settimana scorsa sulle prospettive per il biennio 2012-2013 vede la spirale recessiva per l’Italia protrarsi fino a metà 2013, con quindi una serie negativa di sei trimestri consecutivi, più lunga di un trimestre rispetto alla recessione del 2008-2009. L’istituto di statistica vede una contrazione del Pil del 2,3% quest’anno e dello 0,5% il prossimo, allineandosi sostanzialmente con quanto stimato dal governo Monti (-2,4% nel 2012 e -0,2% nel 2013).