Italia: per il 2011 gli esperti guardano al bicchiere mezzo pieno
Seppure l’Italia abbia chiuso il 2010 come secondo peggior mercato a livello europeo, solo la Spagna ha fatto peggio, il nuovo anno è previsto favorevole. Alcuni esperti ne sono convinti: il listino tricolore non deluderà, anzi potrà regalare soddisfazioni a chi saprà scegliere i titoli giusti. Il sentiment generale riguardo la Penisola nostrana rimane improntato sulla prudenza (si vedano i livelli attuali dei Cds stranieri e i tassi di interesse sui bond governativi), considerando la debole crescita economica e l’alto livello del debito pubblico, senza contare la complessità della situazione politica e la difficoltà delle regioni meridionali. Tuttavia, “l’Italia è migliore della sua reputazione. E la sua situazione economica e finanziaria è più robusta di ciò che gli investitori si immaginano”, rimarca l’ultimo studio di Natixis sul Belpaese.
Il broker francese sottolinea come l’industria italiana sia ancora grande, tanto da aver ampliato il range dei prodotti e registrato una performance delle esportazioni “buona” a livello di valore, grazie ad lacune nicchie di successo. Inoltre, “lo squilibrio di bilancio è limitato e una grossa parte del debito pubblico è detenuto dagli italiani stessi, con un orizzonte temporale di investimento di lungo periodo, che limita gli attacchi speculativi e il rischio di crisi finanziaria”, spiegano gli analisti. La caratteristica degli italiani-formiche inoltre aiuta il Paese ad evitare ulteriori scosse. Least but not last, il sistema bancario si mostra solido: “Le banche italiane detengono limitati valori del debito sovrano della Spagna, del Portogallo, della Grecia e dell’Irlanda (circa 3,7 miliardi di euro in tutto, contro i 78,5 miliardi delle banche tedesche, i 211,2 miliardi di quelle spagnole e i 26,6 miliardi di quelle francesi); dunque il rischio di una crisi finanziaria rimane lontano dai confini italiani”.
Ottimista anche Intermonte, che già il mese scorso aveva alzato le sue stime sul mercato italiano. Per chi volesse accettare la sfida, ecco che il broker indica favorevoli quei settori che presentano una maggiore esposizione internazionale, una salutare struttura finanziaria e un limitato rischio a livello regolatorio. In particolare, “i titoli industriali sono i più attraenti guardando al 2011”, ma anche gli energetici e i minerari non saranno da meno. I nomi? Tenaris, Stm, Autogrill, Saipem e Fiat. Da evitare invece le utilities, mentre i finanziari rimangono agli occhi di Intermonte ancora sotto schiaffo della volatilità.
Piazza Affari ha archiviato il 2010 con una perdita annuale del 12%, limitando parzialmente i danni grazie al rally di fine anno (+6% a dicembre). A primeggiare tra le blue chip milanesi è stata Fiat (+50,5% nel 2010), seguita da Tod’s (+50%) e Bulgari (+40,5%). In coda invece Bpm (-47,4%) e Fon-Sai (-43,4%).