Istat: il 28,4% degli italiani è a rischio povertà. Metà delle famiglie prende meno di 2mila euro
Con la disoccupazione che rimane alle stelle
(soprattutto quella giovanile) e con un’economia che stenta a ripartire, le
condizioni di vita delle famiglie italiane non sono certo rosee, e in alcuni casi sono critiche. Secondo il
rapporto “Reddito e condizioni di vita” condotto dall’Istat nel 2013
su 18.487 famiglie, il 28,4% delle persone residenti in Italia è a rischio di
povertà o esclusione sociale, secondo la definizione adottata nell’ambito della
strategia Europa 2020. “L’indicatore – spiega l’istituto nazionale di
statistica – deriva dalla combinazione del rischio di povertà (calcolato sui
redditi 2012), della grave deprivazione materiale e della bassa intensità di
lavoro e corrisponde alla quota di popolazione che sperimenta almeno una delle
suddette condizioni”.
Sebbene la situazione rimanga ancora difficile, c’è
da dire che qualche piccolo segnale di miglioramento rispetto al 2012 c’è
stato: l’indicatore diminuisce di 1,5 punti percentuali, a seguito della
diminuzione della quota di persone in famiglie gravemente deprivate, che passa
dal 14,5% al 12,4%; stabile la quota di persone in famiglie a rischio di
povertà (19,1%) e in leggero aumento quella di chi vive in famiglie a bassa
intensità lavorativa (dal 10,3% all’11%).
Analizzando lo scenario dal punto di vista
geografico il rischio di povertà o esclusione sociale mostra la diminuzione maggiore al Centro e al Nord (-7,7% e -5,9% rispettivamente), mentre nel
Mezzogiorno, pur in presenza di una diminuzione del 3,7%, il valore si attesta
ancora su una soglia decisamente critica del 46,2% (più che doppio rispetto al
resto del Paese).In particolare, stando ai dati diffusi oggi
dall’Istat il rischio di povertà o esclusione sociale cala tra gli anziani soli(dal 38,0% al 32,2%), i genitori single (dal 41,7% al 38,3%), le coppie con un
figlio (dal 24,3% al 21,7%), tra le famiglie con un minore (dal 29,1% al 26,8%)
o con un anziano (dal 32.3% al 28,9%). A peggiorare è invece la condizione
delle famiglie con tre o più figli: dal 39,8% si sale al 43,7%, a seguito
dell’aumento del rischio di povertà (dal 32,2% al 35,1%).
Dal rapporto annuale stilato dall’Istat emerge che
la metà delle famiglie ha percepito un reddito netto non superiore a 24.215
euro l’anno, pari a circa 2.017 euro al mese. Ma, ancora una volta lo scenario
è peggiore nel Sud e nelle Isole, dove il 50% delle famiglie percepisce meno di
19.955 euro, ossia circa 1.663 euro mensili. Il reddito mediano delle famiglie
che vivono nel Mezzogiorno è pari al 74% di quello delle famiglie residenti al
Nord. E il 20% più ricco delle famiglie residenti in Italia percepisce il 37,7%
del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta il 7,9%.