L’Irpef pesa su stipendi e pensioni
E’ la resa dei conti, e purtroppo non a favore di lavoratori e pensionati. Da marzo cominceranno infatti a farsi sentire gli aumenti delle addizionali Irpef in termini di trattenute in busta paga. Da marzo, infatti, fin dal 2008 vengono trattenute in acconto le addizionali Irpef; ma quest’anno, in particolare, gli “acconti” saranno più salati, perchè calcolati sulla base delle nuove aliquote decise dal governo Monti.
Le aliquote minime regionali sono aumentate, per effetto del decreto Salva-Italia dello scorso novembre, dello 0,33%, portando il prelievo minimo dallo 0,9% all’1,23%. In più, a tali aumenti obbligatori si aggiungono quelli comunali dello 0,30% per i deficit della sanità, più, eventualmente, altri aumenti facoltativi, fino allo 0,8%, a discrezione dei Comuni e delle Regioni.
Al “normale” prelievo Irpef di marzo, quindi, si aggiunge il contributo imposto dal decreto Salva-Italia, il tutto maggiorato secondo le nuove aliquote: il risultato è che in alcuni comuni, come quello di Catanzaro, su uno stipendio da 1200 euro la trattenuta potrebbe arrivare a ben 98 euro mensili. E non è finita: dietro l’angolo c’è la nuova imposta sugli immobili, l’IMU, che arriverà a giugno a chiedere la sua parte di stipendio degli italiani.
Esentati dall’aumento delle aliquote Irpef solo coloro che percepiscono cifre già bassissime: i lavoratori con meno di 8.030 euro di stipendio annuo, i pensionati sotto i 75 anni con meno di 7.535 euro annui di pensione e quelli oltre i 75 anni con meno di 7.785 euro annui di pensione.