Irlanda: oggi il referendum sul patto fiscale, voto non vincolante ma delicato

Da questa mattina sono aperte le urne in Irlanda per il referendum sul patto fiscale europeo, il trattato sulle finanze pubbliche concordato a fine gennaio che verrà introdotto a partire dal 2013. Secondo gli ultimi sondaggi, il sì è in vantaggio (49%), ma sono ancora molti gli indecisi (16%). Si tratta di un voto non vincolante ma comunque importante per misurare l’umore nell’Eurozona in un momento già delicato e incerto. L’Irlanda è stato finora l’unico Paese dell’Unione europea a indire un referendum sul trattato che mira a rafforzare il rigore di budget attraverso il rispetto della “regola d’oro” sull’equilibrio dei conti, pena sanzioni. I risultati sono attesi per il pomeriggio di domani.
Ma cosa cambierebbe con un voto negativo?
La vittoria del no al referendum non fermerebbe il processo di adozione del patto fiscale, in quanto è sufficiente l’approvazione di 12 dei 17 Paesi dell’area per l’entrata in vigore. Dunque non è un risultato vincolante. Tuttavia, un voto negativo potrebbe generare un’ulteriore pressione al rialzo sui rendimenti dei titoli di Stato irlandesi e ricadute negative su altre economie periferiche. Senza contare che l’Irlanda verrebbe a perdere l’accesso al Meccanismo europeo di Stabilità (Esm) in caso di eventuali aiuti in futuro. La tigre celtica ha infatti ricevuto nel 2010 sostegni per 85 miliardi di euro dall’Unione europea e dal Fondo monetario internazionale.
“Il voto si inquadra in un momento già delicato per l’area – sostengono gli analisti di Mps Capital Services – Un eventuale no comporterebbe per l’Irlanda l’impossibilità di accedere al nascente meccanismo Esm”. Di stesso parere anche gli esperti di Ing: “Un responso negativo al referendum non qualificherebbe più il Paese da ricevere assistenza dall’Esm, se dovesse essere necessario dopo il 2013”. E aggiungono: “Potrebbe aumentare l’incertezza sulla zona euro, visto che l’Irlanda è stata considerata finora come il miglior risultato tra i Paesi periferici soccorsi. Verrebbe messa in discussione la strategia con più turbolenze sui mercati obbligazionari”.
“Un no – dichiarano infine gli analisti di Credit Suisse – aggiungerebbe l’incertezza politica in Europa, nel momento in cui tali preoccupazioni sono già elevate. Inoltre, sebbene gli irlandesi non siano in grado di far comunque deragliare il patto fiscale per conto proprio, il voto potrebbe cristallizzare il supporto verso altri leader, come Hollande, che stanno cercando di aumentare le misure fiscali pro-crescita”.