Notizie Notizie Italia Iride-Enìa, l’iter di fusione si complica

Iride-Enìa, l’iter di fusione si complica

30 Dicembre 2008 09:08

Turbolenze sull’asse Iride-Enìa. E’ arrivata ieri un’ulteriore frenata nella partita che porta alle nozze tra le due municipalizzate. Se da un lato il Comune di Reggio Emilia, uno dei soci di maggioranza di Enìa, ha già approvato il progetto fusione che dovrebbe portare alla creazione di una  multi utility da oltre 4 miliardi di fatturato, i comuni di Genova e Torino, azionisti di maggioranza di Iride, vogliono ridiscutere le condizioni dell’accordo alla luce di alcuni cambiamenti dello scenario di riferimento. Non si riuscirà quindi a rispettare la tabella di marcia che prevedeva il sì definitivo alle nozze entro metà gennaio. Già settimana scorsa le due società avevano comunicato che si sarebbe allungati i tempi necessari per il completamento delle attività propedeutiche alla fusione.

In particolare i Comuni di Torino e Genova, dopo l’incontro di ieri tra i primi cittadini Marta Vincenzi (Genova) e Sergio Chiamparino (Torino), intendono riesaminare diverse questioni che a loro avviso portano attualmente a un concambio iniquo tra le parti. In primo luogo il crollo dei mercati finanziari che rimette in discussione il valore del concambio azionario fissato a 4,20 azioni Iride per ogni azione Enìa, mentre ai prezzi attuali sarebbe sceso a 3,78; poi il peso che dovranno avere i 78 Comuni azionisti della nuova multiutility e, infine, una grana fiscale, nascosta nel decreto anticrisi varato a novembre dal governo Berlusconi. Decreto che  prevede il recupero da parte dell’Agenzia delle Entrate degli aiuti illegittimi a favore delle municipalizzate e Iride potrebbe ritrovarsi a dover sborsare entro qualche mese alcune centinaia di milioni.
Non ultima la questione Delmi. Il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, ha rimarcato come i soci di riferimento di Iride vogliano valutare meglio l’impatto del merger su Delmi, holding controllata da A2A (51%) ma che vede Enìa al 15%. Delmi controlla il 50% di Transalpina di Energia, a sua volta titolare del 63% di Edison. Un asset che ha contato molto al momento della decisione del concambio e che ora vale volto meno alla luce dei nuovi prezzi di mercato. Inoltre con la fusione tra le due municipalizzate A2a potrebbe rivendicare – anche se Enìa nega – un diritto di prelazione sulla quota in capo agli emiliani. “Facciamo chiarezza ma dopo si va avanti”, sono le parole di oggi a “La Stampa” del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che cerca di stemperare la tensione non nascondendo però che la questione Delmi sia sul tavolo.

Oggi a Piazza Affari il titolo Iride sale di quasi 1 punti percentuale a quota 0,9285 euro (+0,92%), mentre Enìa sale del 5,23% dopo il balzo del 3,36% della vigilia.