L’investment banking spinge i conti di Credit Suisse, l’a.d. vede ancora tensioni

Trimestrale positiva per Credit Suisse. Il colosso svizzero del credito ha chiuso il secondo trimestre del 2009 con un utile netto di 1,57 miliardi di franchi, in rialzo rispetto agli 1,22 miliardi del corrispondente periodo del 2008 e al di sopra della media delle attese, posizionate a 1,4 miliardi. Il risultato mostra tuttavia una flessione rispetto ai 2 miliardi di utile dei primi tre mesi dell’anno. I ricavi si sono attestati a 8,61 miliardi di franchi contro i 7,74 miliardi di un anno fa. Determinante per il tono positivo dei risultati è stata la divisione di investment banking, autrice di profitti pre-tasse per 1,655 miliardi. In miglioramento anche i coefficienti di patrimonializzazione, con il Tier 1 ratio che si è portato al 15,5% dal 14,1% cui si trovava alla fine del primo trimestre.
“Ci aspettiamo che il contesto economico mondiale rimarrà difficile e che le condizioni operative continueranno a essere instabili”, ha precisato l’a.d. Brady Dougan, aggiungendo tuttavia che “se le condizioni dei mercati continueranno a migliorare contiamo di mantenere la buona dinamica dei nostri affari in tutti i settori d’attività, e anche se il contesto si dovesse inasprire crediamo di essere in grado di realizzare buone performance”.