Investimenti e la difficile gestione di cospicue eredità: i Millennial più propensi ad affidarsi a consulenti finanziari
Tre quarti degli investitori Millennial italiani desiderano espandere le loro conoscenze in materia di investimento e quasi un quarto indica che il proprio bisogno di consulenza finanziaria è aumentato negli ultimi 12 mesi, secondo quanto emerso dal sondaggio “Offrire consulenza ai Millennial nell’era digitale” di MFS Investment Management. Nel sondaggio, che esamina gli atteggiamenti, le percezioni e i comportamenti dei singoli investitori Millennial in Italia, il 30% degli intervistati ha affermato di sentirsi sopraffatto dalle diverse opzioni d’investimento disponibili e che fatica a guardare al futuro con ottimismo.
Più dell’80% dei Millennial presenti in Italia, un gruppo che include 10 milioni di persone nate tra i primi anni ‘80 e la metà degli anni ‘90, teme di non essere in grado di risparmiare abbastanza in vista della pensione e l’80% è preoccupato circa la creazione di reddito dai propri risparmi e investimenti per affrontare le spese correnti. Avendo vissuto due crisi finanziarie, il 68% dei Millennial ha affermato di temere le ripercussioni negative della pandemia di Covid-19 sull’economia. Altre fonti di apprensione riguardano il debito pubblico (65%) e l’instabilità politica interna (64%).
Il costante problema della disoccupazione, il cui tasso medio in Italia è pari al 30% contro il 16% in Europa, ha lasciato un segno sulle loro vite. Oggi la maggior parte dei Millennial italiani vive più a lungo con i propri genitori e stenta a raggiungere l’indipendenza finanziaria, il che molto spesso li spinge a trasferirsi all’estero per motivi di lavoro. Non sorprende quindi che due investitori Millennial italiani su tre (70%) abbiano ammesso di aver rinviato, o di prevedere di rinviare, almeno un evento importante della propria vita, come l’acquisto di un’auto (27%), un trasloco (20%) e l’acquisto della prima casa (16%) a causa della loro situazione finanziaria attuale.
“Gli investitori Millennial hanno sofferto le conseguenze della crisi finanziaria del 2008 e della crisi del debito dell’eurozona, che per molti hanno causato difficoltà a livello occupazionale, e ora stanno attraversando un’altra, crudele, battuta d’arresto: la pandemia di Covid-19. Alla luce di tutta quest’incertezza economica, non stupisce apprendere che nutrono così tanti timori. Tuttavia, il fatto che così tanti membri di questa coorte stiano pensando al futuro e vogliano prendere il controllo delle proprie finanze è incoraggiante”, ha affermato Andrea Baron, Managing Director Italia di MFS Investment Management.
Millennial e consulenti finanziari
I risultati del sondaggio evidenziano un disallineamento tra consulenti finanziari e Millennial relativamente agli obiettivi d’investimento di questi ultimi. Probabilmente a causa dei timori per il futuro, l’obiettivo principale (36%) degli investitori Millennial italiani è quello di generare reddito dai propri investimenti, e meno della metà di loro si considera tollerante al rischio. Tale dato è in contrasto con l’opinione dei consulenti, secondo cui i Millennial preferirebbero invece concentrarsi sulla crescita del patrimonio e sull’aumento del valore del portafoglio (49%).
Questo disallineamento può essere legato al fatto che il 56% dei consulenti ha indicato di non essere in grado di attrarre clienti giovani o di attrarne solo una quota marginale, mentre il 9% non considera affatto questa fascia d’età. La mancanza di patrimoni (73%) e di modelli di business adeguati (24%) sono le ragioni principali per cui i consulenti non si dedicano a questa generazione. “A prima vista potrebbe sembrare che i Millennial non possiedano capitali cospicui; tuttavia, stiamo per assistere al trasferimento di un enorme volume di ricchezza dai Baby boomer alla Generazione X e ai Millennial. I consulenti che risulteranno avvantaggiati nel lungo termine sono quelli disposti ad interagire con i Millennial e a creare una customer experience in grado di soddisfare le loro esigenze”, ha affermato Baron.
“Ciò apre una finestra di opportunità che permette ai gestori patrimoniali come MFS di aiutare i consulenti finanziari a colmare il divario con gli investitori Millennial. I Millennial sono concentrati sugli obiettivi, consapevoli dei rischi e puntano al pensionamento. I risultati del sondaggio indicano che i consulenti devono fare di più per capire cosa possono offrire i clienti più giovani, quali sono le loro necessità e com’è possibile sostenerli nel raggiungimento dei loro obiettivi a lungo termine quando affidano i loro risparmi ai mercati”, ha aggiunto il manager.
Patrimonio familiare
Stando al sondaggio, il 60% degli investitori Millennial italiani ha ricevuto o si aspetta un’eredità. Il 63% ha indicato che trasferirà il denaro presso un altro consulente professionale, lo spenderà immediatamente o non sa ancora cosa ne farà. Solo meno della metà degli investitori Millennial italiani ha avuto conversazioni sul patrimonio familiare con i propri consulenti, ma quelli che hanno avuto queste discussioni le hanno trovate molto utili. Il sondaggio rivela anche che i Baby Boomer non amano parlare di denaro con i propri figli e preferiscono discutere dei loro desideri poco prima della morte. “Riteniamo che per i consulenti finanziari ciò rappresenti un’ottima opportunità per farsi avanti e ottenere nuovi clienti a lungo termine, poiché lo studio mostra chiaramente che gli investitori Millennial che hanno ricevuto una consulenza professionale l’hanno trovata utile” ha concluso Baron.