Intesa Sanpaolo porta al 4% la quota in Unicredit

Ancora grandi movimenti nel settore bancario. Se Capitalia, come già promesso nel giorno delle nozze con Unicredit, smobilita la sua partecipazione in Generali, Intesa Sanpaolo ha annunciato ieri che la società controllata Banca Caboto ha superato la soglia del 2% del capitale ordinario di Unicredit, raggiungendo così il 2,25%. Una mossa che porta la superbanca guidata da Corrado Passera a detenere una quota del capitale ordinario dell’istituto di Piazza Cordusio pari al 3,99%, a seguito di operazioni concluse – come si legge nella nota diramata dalla società – nell’ambito dell’abituale attività di negoziazione, coperte da derivati e aventi scadenza a breve termine. Sul fronte di valori di Borsa, l’investimento vale circa 3,2 miliardi di euro. Un’operazione che sembra celare un’azione strategica, giustificata dal gruppo come una “normale attività di trading”. Il rientro al di sotto della soglia del 2% da parte del gruppo è, infatti, previsto entro metà giugno 2007.
Intanto, le manovre continuano anche sul fronte Unicredit-Capitalia. L’istituto capitolino mantiene le promesse e comincia a tirarsi fuori dal Leone di Trieste, e lo fa rimborsando il prestito convertibile sul 2,8% della compagnia assicurativa, un’operazione che entro la fine di maggio dovrebbe concludersi con l’uscita di scena effettiva della banca romana da Generali. E anche se i diretti della nuova superbanca italiana, seconda in Europa, guardano con diffidenza ad ogni movimento di Unicredit-Capitalia, ieri, l’amministratore delegato dell’istituto milanese, Alessandro Profumo, e il Presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, hanno ribadito a margine dell’assemblea di Confindustria, l’intento dell’indipendenza di Mediobanca. “Insieme avevamo il 18% – spiega Profumo – e adesso, insieme scenderemo al 9%. Non vedo quale sia il problema”.