Indicazioni da Pechino sostengono l’aussie
I dati cinesi spingono il dollaro australiano. Avvio di ottava con il segno più per l’aussie che capitalizza la crescita registrata dal surplus della bilancia commerciale cinese, salito ad ottobre da 31 a 45,5 miliardi di dollari (consenso 41 mld). Indicazioni rialziste arrivano anche dall’andamento dei prezzi visto che la conferma all’1,6% annuo dell’inflazione ad ottobre e il -2,2% (dal -1,8%) dei prezzi alla produzione hanno rafforzato la view secondo cui le autorità del dragone sarebbero pronte ad adottare nuove misure di stimolo.
In questo contesto l’incrocio con il biglietto verde, in fase di consolidamento dopo l’aggiornamento relativo l’andamento del mercato del lavoro, fa registrare la seconda seduta consecutiva con il segno più spingendosi a 86,71 centesimi di dollaro Usa. Sceso del 6,5% negli ultimi tre mesi, il cambio AUD/USD, secondo quanto riferito dal premier australiano Tony Abbott, attualmente scambia a un “livello confortevole”. “L’andamento del cambio negli ultimi mesi è probabilmente più confortevole”, ha detto il primo ministro.
Nonostante lo stop innescato da non-farm payrolls sotto le stime, la corsa del greenback, stando ai dati contenuti nel Commitment of traders della Commodity futures trading commission (Cftc), è destinata a proseguire. Nella settimana al 4 novembre le posizioni rialziste sul dollaro Usa hanno evidenziato il secondo incremento consecutivo portandosi a 44,38 miliardi di dollari (+1,99 miliardi in una settimana) e confermandosi sopra la soglia dei 40 miliardi per la quinta rilevazione consecutiva. Nel cambio con l’euro il differenziale tra posizioni lunghe e corte si è spinto fino a 179 mila contratti, il maggiore dal 2012.