Incubo Saipem a Piazza Affari: crollo senza fine e titolo sotto prezzo AdC. Banche già pronte a disfarsi delle loro quote

Ennesimo crollo verticale per Saipem che segna -26,6% a 0,8588 euro dopo aver toccato un minimo a -31%. Tonfo che arriva a conclusione di tre settimane che hanno visto una fredda partecipazione degli investitori all’aumento di capitale da 2 miliardi di euro, che alla fine è stato coperto per una quota di quasi il 30% dalle banche del consorzio di garanzia. L’aumento di Saipem era di natura iperdiluitiva ed è stato eseguito modalità “non rolling”.
Il titolo oggi è piombato sotto il prezzo 1,013 euro a cui ha proposto le nuove azioni nel rapporto di 95 nuove azioni per ogni azione ordinaria o di risparmio detenuta.
L’esito dell’AdC e la quota in mano alle banche
Saipem ha reso noto che al termine dell’offerta in opzione e della vendita in asta dei diritti inoptati rivenienti dall’aumento di capitale da 2 miliardi di euro risultano complessivamente sottoscritte 1.389.600.910 azioni di nuova emissione, pari al 70,4% delle azioni di nuova emissione offerte nel contesto dell’Aumento di Capitale.
Le rimanenti 584.726.520 nuove azioni, pari a circa il 29,6% del totale delle Nuove Azioni offerte, sono state sottoscritte da BNP PARIBAS, Citigroup, Deutsche Bank, HSBC, Intesa Sanpaolo e UniCredit (in qualità di joint global coordinators) e ABN AMRO, Banca Akros – Gruppo Banco BPM, Banco Santander, Barclays, BPER, Goldman Sachs International, Société Générale e Stifel (in qualità di joint bookrunners) al prezzo di emissione di €1,013 per Nuova Azione in base alle rispettive quote di sottoscrizione ai sensi di un contratto di garanzia sottoscritto in data 21 giugno 2022.
Stamattina Unicredit ha riferito che BNP PARIBAS, Citigroup, Deutsche Bank, HSBC, UniCredit, ABN AMRO, Barclays e Stifel hanno sottoscritto un accordo finalizzato all’ordinato collocamento sul mercato di 396.425.617 azioni pari a circa il 67,8% del numero totale di Azioni non sottoscritte dagli investitori.
Il rischio è che, data la quota così grande in mano alle banche e le pressioni ribassiste sul titolo, la vendita di tali azioni si riveli molto difficoltosa.