In Norvegia il primo rialzo tassi post pandemia, prossima la BOE? Tassi BTP, Bund, Gilt e Treasuries prezzano fine bazooka monetari
Focus sui tassi dei bond sovrani, in particolare di BTP, Bund, Gilt e Treasuries, che puntano con decisione verso l’alto.
In particolare, stando a quanto riporta un articolo di Reuters, i tassi sui Bund decennali hanno riportato nella sessione di ieri il rialzo più forte dallo scorso febbraio.
Il balzo è stato successivo alla decisione della banca centrale della Norvegia Norges Bank di alzare i tassi di interesse, confermandosi così la prima banca centrale occidentale, tra le principali, a normalizzare il costo del denaro nel post pandemia Covid-19.
Sempre ieri, la Bank of England ha riferito che i presupposti che avallerebbero tassi di interesse più alti “sembrano essersi rafforzati”.
Ancora prima, nonostante l’annuncio del tapering ancora posticipato, la Federal Reserve di Jerome Powell ha diffuso un dot plot da cui è emerso che, entro la fine del 2024, gli esponenti del Fomc – il braccio di politica monetaria della Fed -prevedono che i tassi sui fed funds saranno alzati fino a ben sette volte.
Aumentati inoltre nel Fomc i falchi che stimano una stretta già l’anno prossimo.
La settimana che si avvia a conclusione ha visto protagoniste sicuramente le banche centrali, come hanno fatto notare gli analisti di ING in una nota ai clienti. E ciò che è emerso è che le autorità monetarie “sono pronte a ritirare le misure di stimoli monetari lanciate durante la pandemia”.
La prospettiva di una politica monetaria più restrittiva in diverse aree geografiche del mondo ha portato gli investitori a smobilizzare i bond governativi. Il risultato è stato l’aumento dei rendimenti, a cui si sta assistendo in queste ore.
I tassi sui Bund tedeschi decennali sono saliti fino al -0,23%, al record dal 6 luglio scorso.
I tassi dei BTP decennali sono balzati fino allo 0,7765%, al massimo dal 9 luglio scorso.
Gli omologhi dei Gilt britannici hanno continuato a puntare verso l’alto, salendo fino allo 0,9555%, al valore più alto dal marzo del 2020. Al record dal marzo del 2020, mese in cui gran parte del mondo si è risvegliata con l’orrore della pandemia, anche i tassi UK a due e 5 anni.
Nelle ultime ore, i tassi dei Treasuries a 10 anni hanno superato la soglia dell’1,4% per la prima volta dalla metà di luglio.
Riguardo al Regno Unito, intervistato da Bloomberg, John Wraith, responsabile della divisione di strategia dei tassi europei e UK, ha commentato la riunione di ieri della Commissione di politica monetaria della Bank of England, ricordando che, “storicamente, è la Fed a guidare il ciclo di politica globale”.
Detto questo, “non è scritto sulla pietra che (gli Stati Uniti) debbano essere i primi e che poi tutti gli altri li seguano. E’ facilmente verosimile che sia la BoE ad alzare stavolta i tassi per prima, che sia su base volontaria o costretta dai livelli di mercato”.
Di fatto, la BoE ha lasciato la porta alla possibilità di alzare i tassi già nel mese di novembre.
In generale, i mercati monetari hanno spostato in avanti le loro proiezioni, e ora scommettono su un aumento dei tassi UK di 15 punti base nella riunione di febbraio, seguito da un ulteriore aumento di un quarto di punto percentuale ad agosto.
Tornando alla Norges Bank, la banca centrale della Norvegia è diventata nella giornata di ieri, giovedì 23 settembre, la prima banca centrale tra le più importanti nel mondo occidentale ad alzare i tassi nel post pandemia.
Dopo aver tagliato i tassi tre volte nel 2020, l’istituzione ha deciso all’unanimità di aumentare i tassi allo 0,25% dallo zero.
“La normalizzazione dell’economia ora suggerisce che è appropriato iniziare ad avviare una normalizzazione graduale dei tassi”, ha detto il governatore Oystein Olsen, in base a quanto emerge dal comunicato. La banca ha anche detto di ritenere probabile un altro rialzo dei tassi nel mese di dicembre.
La corona norvegese ha segnato subito un forte rally, balzando al record sull’euro dallo scorso giugno.
Stando alla debolezza dell’euro, invece, l’impressione è che la Bce di Christine Lagarde sia rimasta sola nel perseguire una politica monetaria destinata a confermarsi molto accomodante per molto tempo ancora, come dimostra l’annuncio sul tapering dovish.
Annuncio che, tra l’altro, Lagarde non ha voluto definire neanche tapering.