In mani straniere oltre il 40% di Piazza Affari
Lo scorso anno gli investimenti diretti esteri in Italia sono stati pari a 12,4 miliardi di euro nel 2013, in calo addirittura del 58 per cento rispetto al 2007, l’anno prima dell’inizio della crisi. I dati diffusi dal Censis evidenziano come i momenti peggiori siano stati il 2008, l’anno della fuga dei capitali, in cui i disinvestimenti hanno superato i nuovi investimenti stranieri, e il 2012, l’anno della crisi del debito pubblico.
Focalizzando l’attenzione sulle società italiane quotate, il Centro studi di Unimpresa rimarca invece come sono sempre più le spa in mani straniere. Oltre il 40% delle società per azioni italiane quotate in Borsa, che hanno visto crescere la capitalizzazione complessiva di 87 miliardi di euro lo scorso anno, è posseduto da soggetti esteri. Mentre il 46% delle imprese (anche le non quotate) è controllato dalle famiglie.
Capitalizzazione società quotate salita di quasi il 24% nel 2013
Nel corso del 2013 il capitale delle spa quotate del nostro Paese è passato da 364,8 miliardi di euro a 452,1 miliardi in crescita di 87,2 miliardi (+23,9%). E’ cresciuto il peso degli azionisti “non italiani” che ora hanno partecipazioni di imprese quotate made in Italy pari a 183,6 miliardi, il 40,6% del totale. Predominante, seppur in leggera diminuzione, il peso delle famiglie nel capitale delle aziende (quotate e non) con partecipazioni pari a 873 miliardi, in aumento di 65,4 miliardi. Questi i dati principali di un rapporto del Centro studi di Unimpresa, sull’andamento del valore delle aziende italiane nell’ultimo anno.
Nel corso del 2013 il capitale delle spa quotate del nostro Paese è passato da 364,8 miliardi di euro a 452,1 miliardi in crescita di 87,2 miliardi (+23,9%). E’ cresciuto il peso degli azionisti “non italiani” che ora hanno partecipazioni di imprese quotate made in Italy pari a 183,6 miliardi, il 40,6% del totale. Predominante, seppur in leggera diminuzione, il peso delle famiglie nel capitale delle aziende (quotate e non) con partecipazioni pari a 873 miliardi, in aumento di 65,4 miliardi. Questi i dati principali di un rapporto del Centro studi di Unimpresa, sull’andamento del valore delle aziende italiane nell’ultimo anno.
Secondo l’analisi di Unimpresa, basata su dati della Banca d’Italia, nel 2013 si è assistito a uno scatto in avanti del valore delle spa presenti a piazza Affari. Le partecipazioni di spa quotate in mano alle imprese italiane a fine 2013 valevano 121,1 miliardi (il 26,8% del totale) in crescita di 35,3 miliardi (+41,1%) rispetto agli 85,8 miliardi di dicembre 2012. Le banche continuano ad avere una presenza forte’ seppure in lieve calo, nel capitale delle spa quotate con il 7,1%, pari a 32,5 miliardi in crescita di 132 milioni (+0,41%).
Lo Stato centrale ha nel suo portafoglio titoli azionari quotati italiani per 13,1 miliardi (+2,89%), in aumento di 200 milioni (+1,5%) rispetto ai 12,8 miliardi di un anno prima. I privati (famiglie) controllano quote pari a 60,5 miliardi (il 13,4% del totale), cresciute di 2,1 miliardi (+3,5%) rispetto ai 58,4 miliardi dell’anno precedente. Gli stranieri controllano il 40,6% di piazza Affari con partecipazioni pari a 183,6 miliardi in aumento di 36,2 miliardi rispetto ai 147,2 miliardi di dicembre 2012.
“Se da una parte va valutato positivamente l’aumento del valore delle imprese italiane, dall’altro bisogna guardare con attenzione la presenza degli stranieri e capire fino a che punto si tratta di investimenti utili allo sviluppo e dove finisce, invece, l’attività speculativa”, ha rimarcato il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.