Imu, entro il 17 settembre la seconda rata. A Bologna e Milano gli importi più elevati
Entro il prossimo 17 settembre circa 877.000 proprietari della prima casa saranno chiamati a pagare la seconda rata dell’Imu. Su circa 16 milioni di contribuenti che, quasi due mesi fa, hanno versato l’imposta municipale sull’abitazione principale, solo una piccola parte (pari al 5,5% del totale) ha deciso di dilazionare in tre tranche il versamento dell’imposta: prima rata a giugno, ulteriore acconto a settembre, saldo a dicembre.
Secondo la Cgia di Mestre per i proprietari delle abitazioni situate nei comuni capoluogo di provincia che hanno deciso questa opzione, l’importo medio da versare all’Erario entro il prossimo 17 settembre sarà pari a 131 euro. Bologna (293 euro), Milano (269 euro), Genova (227 euro), Torino (224 euro), Roma (199 euro) e Bari (196 euro) saranno i comuni dove i proprietari di prima casa verseranno gli importi più elevati.
Sempre la Cgia di Mestre ricorda che per il 2012 il contribuente che ha deciso il pagamento dell’Imu dell’abitazione principale in tre rate, anche l’acconto di settembre, così come la prima rata, è pari ad 1/3 dell’importo totale che si ottiene applicando l’aliquota ordinaria del 4? con la detrazione di 200 euro (elevabile di 50 euro per ogni figlio di età inferiore a 26 anni convivente con il contribuente).
Entro il 16 dicembre il contribuente dovrà versare il saldo sulla base delle aliquote definitive come deliberate (entro il 30 settembre) dal comune. In altre parole, sarà necessario ricalcolare il debito Imu annuo sulla base delle aliquota decise dall’ente locale, sottrarre gli acconti pagati a giugno e a settembre (per i contribuenti che hanno scelto di suddividere i versamenti in tre rate) e versare a saldo la differenza.
La Cgia di Mestre evidenzia anche un altro aspetto molto interessante: nei comuni capoluogo la seconda rata dell’Imu costerà mediamente il 62% in più rispetto alla media versata dai proprietari di prima casa ubicata nei comuni della stessa provincia. Tra i comuni capoluogo di regione, i differenziali di imposta più elevati si segnalano a Venezia e a Cagliari (entrambi con il +82%), Torino (+75%), subito dopo a Napoli (+ 69%), a Roma (+66%) e a Milano (+62%). Sul totale dei comuni capoluogo di provincia solo a Macerata (-7%), Lucca (-19%), Latina (-44%) e a Belluno (-52%) la situazione si capovolge: in “periferia” si paga mediamente di più che al centro.