Imprese chiedono profonda revisione legge di stabilità con misure concrete per crescita
Attacchi da tutti i fronti al governo dopo il varo di una Legge di Stabilità che non sembra in grado di fornire il necessario supporto alla ripresa dell’economia italiana. In attesa che lunedì i sindacati decidano se intraprendere la via dello sciopero generale, le associazioni di imprese e banche vanno in pressing su governo e Parlamento per ottenere una profonda revisione della Legge di Stabilità varata martedì con misure più efficaci di sostegno alla crescita, in particolare una riduzione più incisiva del cuneo fiscale e del costo del lavoro.
A difesa della manovra è intervenuto invece il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sottolineando la necessità di operare “scelte responsabili prima che coraggiose” facendo riferimento ai vincoli e condizionamenti oggettivi che non si possono aggirare a partire dalla soglia del 3% per il rapporto deficit/pil.
L’affondo di imprese e banche
Nella nota congiunta diffusa oggi pomeriggio da ABI, Alleanza delle Cooperative Italiane, ANIA, Confindustria e ReteImprese Italia viene chiesta una Legge di Stabilità che contenga misure più consistenti per la ripresa adeguate al difficile momento che il Paese sta attraversando. “Deve dare i segnali necessari alla società e all’economia per rinvigorire la fiducia in se e nel futuro – rimarca la nota congiunta diffusa dopo un incontro tenuto oggi a Bologna dai vertici delle varie associazioni di imprese e banche – Rileviamo che manca una rapida e decisa azione di tagli alla spesa pubblica e la indicazione di una prospettiva di ammodernamento strutturale dello Stato e di ridefinizione dei compiti della sfera pubblica, da avviare subito”. “Nella consapevolezza dei limiti imposti dai conti pubblici – prosegue la nota – proporremo al Parlamento di rafforzare l’impianto in alcuni punti fondamentali, a partire da una riduzione più incisiva del cuneo fiscale e del costo del lavoro, che abbia effetti sensibili sulla competitività delle imprese e sul reddito disponibile dei lavoratori; agendo sull’accesso al credito sia attraverso la garanzie sia attraverso la patrimonializzazione delle imprese e delle banche, trovando risorse sia strutturali sia straordinarie (rimpatrio dei capitali, rivalutazione quote della Banca di Italia) e dando impulso alla ricerca e all’innovazione“. Sebbene si rimarchi che la stabilità sia la prima condizione di ripresa, le associazioni di imprese e banche ritengono pertanto che il Governo debba accelerare e intensificare l’azione per lo sviluppo.
Nella nota congiunta diffusa oggi pomeriggio da ABI, Alleanza delle Cooperative Italiane, ANIA, Confindustria e ReteImprese Italia viene chiesta una Legge di Stabilità che contenga misure più consistenti per la ripresa adeguate al difficile momento che il Paese sta attraversando. “Deve dare i segnali necessari alla società e all’economia per rinvigorire la fiducia in se e nel futuro – rimarca la nota congiunta diffusa dopo un incontro tenuto oggi a Bologna dai vertici delle varie associazioni di imprese e banche – Rileviamo che manca una rapida e decisa azione di tagli alla spesa pubblica e la indicazione di una prospettiva di ammodernamento strutturale dello Stato e di ridefinizione dei compiti della sfera pubblica, da avviare subito”. “Nella consapevolezza dei limiti imposti dai conti pubblici – prosegue la nota – proporremo al Parlamento di rafforzare l’impianto in alcuni punti fondamentali, a partire da una riduzione più incisiva del cuneo fiscale e del costo del lavoro, che abbia effetti sensibili sulla competitività delle imprese e sul reddito disponibile dei lavoratori; agendo sull’accesso al credito sia attraverso la garanzie sia attraverso la patrimonializzazione delle imprese e delle banche, trovando risorse sia strutturali sia straordinarie (rimpatrio dei capitali, rivalutazione quote della Banca di Italia) e dando impulso alla ricerca e all’innovazione“. Sebbene si rimarchi che la stabilità sia la prima condizione di ripresa, le associazioni di imprese e banche ritengono pertanto che il Governo debba accelerare e intensificare l’azione per lo sviluppo.