Impazza la voglia di corporate bond: sempre più big di piazza Affari si lasciano tentare
Pazza voglia di corporate bond. L’eco della buona riuscita dell’operazione Campari riecheggia ancora in Piazza Affari. Il gruppo milanese famoso per il Crodino ha chiuso la scorsa settimana in un batter d’occhio i book dell’emissione da 350 milioni di euro. Con una domanda che è stata otto volte superiore all’offerta: 2,7 miliardi di euro.
Dopo che il gruppo milanese ha dimostrato a tutti che anche senza un rating si può raccogliere una domanda di quasi tre miliardi di euro tra gli investitori istituzionali di tutta Europa si è aperta una vera e propria corsa ai corporate bond. Fondi, assicurazioni, gestioni patrimoniali e anche qualche hedge fund sembrano non resistire al fascino delle emissioni.
Le banche li propongono, il mercato li accoglie e le aziende trovano una fonte di finanziamento in tempi di credit crunch. Un boom che oggi fa comodo a tutti. Ma che domani secondo qualche gestore potrebbe portare a nuovi rischi di bolla. Le sirene di nuove chimere per ora non mettono paura a nessuno. Soprattutto ai tanti altri big di Piazza Affari e nomi noti del Made in Italy che stanno pensando in queste ore di sfruttare la felice finestra temporale nonché fase di grazia dei mercati finanziari per emettere un prestito obbligazionario.
Stando all’ultimo tam tam di Borsa sembra che il club delle aziende italiane di taglia media – grande interessate a scendere anche loro, per la prima volta sul mercato dei bond, per rispondere alla chiusura dei rubinetti del credito bancario abbia fatto proseliti. A lanciarsi nell’arena dei corporate bond sarà nei prossimi giorni Finmeccanica con un’emissione da 500 milioni di euro con scadenza a 10-15 anni.
“Riteniamo sia ragionevole in quanto completerebbe il rifinanziamento di tutto il debito in scadenza nel secondo semestre 2010”, commentano gli analisti di Equita, notando che la duration è coerente con quella del debito obbligazionario esistente. E secondo le indiscrezioni raccolte dal Sole 24 Ore la corsa ai bond non finirebbe qui: anche Mediaset, Mondadori, Autogrill e Benetton potrebbero, infatti, decidere di staccare un biglietto.