Notizie Notizie Mondo Il Nasdaq impallidisce davanti al Nyse FANG+, l’indice dei 10 giganti tech surclassa tutti

Il Nasdaq impallidisce davanti al Nyse FANG+, l’indice dei 10 giganti tech surclassa tutti

10 Giugno 2020 14:27

Nuovo record ieri per il Nasdaq che dai minimi del 23 marzo è balzato del 45% trainato dalle aspettative degli investitori che scommettono sulle società tech, e dal fatto che i migliori titoli tecnologici americani emergeranno ancora più forti dalla pandemia e dal lockdown.

Infranto il muro dei 10 mila punti. L’indice dei titoli tecnologici vola per la prima volta oltre i 10mila punti, spinto dai rialzi ai nuovi livelli record di Apple, Amazon, Microsoft e Facebook, il motore dei mercati azionari negli ultimi dieci anni che durante il lockdown hanno mostrato tutta la loro forza favorita dall’adozione in massa dello smart working, delle comunicazioni in streaming e i servizi di e-commerce. E con milioni di dipendenti che lavorano a casa, le aziende fanno affidamento sulle piattaforme di cloud computing fornite da Amazon e da altre società tecnologiche tra cui Microsoft.

Nyse FANG+, l’indice che fa impallidire anche il Nasdaq

Da inizio anno il Nasdaq segna un incredibile +11%, ma a far meglio è l’indice legato alle principali big Tech. Il Nyse FANG+ Index, che ospita i titoli Faang (Facebook, Apple, Google, Amazon, Netflix) con l’aggiunta di titoli del calibro di Tesla, Twitter, Nvidia, Baidu e Alibaba, per un totale di 10 stelle indiscusse del tech Usa che stano spazzando via il resto della borsa. L’indice è aumentato del 30% quest’anno, rispetto al calo dell’1% dell’indice S&P 500 (anche l’S&P 500 si giova dell’effetto Faang in quanto questi 5 titoli + Microsoft contano per il 21% del totale). Più veritiero il confronto con il Russell 2000 che da inizio anno segna ancora -10%.

La frenesia di acquistare FAANG, che già sono stati la forza dominante dell’ultimo mercato toro, riflette la convinzione più ampia che la pandemia abbia aumentato la dipendenza della società dalla tecnologia.

I Faang trovano forza nella pandemia

I Faang hanno svolto un ruolo importante durante questa pandemia visto che mentre la maggior parte delle industrie ha subito una batosta a causa dell’epidemia di coronavirus, gli attori tech sono stati i pochi ad essere sopravvissuti non solo alla pandemia, ma anche a mettere in piedi un grande spettacolo. I Faang da soli valgono circa il 38% dell’intero indice tecnologico (e Faang + Microsoft contano per oltre il 21% dell’S&P 500).

Una delle principali ragioni del successo dei Faang anche in mezzo alla burrasca Covid-19 risiede nel tipo di tecnologia che ogni attore fornisce, che va da prodotti e servizi che hanno aiutato le aziende a riprendersi rapidamente dalle crisi economiche o che hanno permesso alle persone di non annoiarsi a casa o semplicemente di aiutare a lavorare e studiare da casa. Il mese scorso, Apple e Google hanno reso disponibile la prima versione pubblica della loro API (Application programming interface), un sistema di notifica, che originariamente ha debuttato come strumento software comune per la ricerca di contatti. Finora, più di 23 paesi nei cinque continenti hanno accesso alla tecnologia di tracciamento dei contatti per contenere il contagio Covid. Un sistema che fino a poco tempo fa era stato messo alla gogna per la sua interferenza nella privacy ma ora con la pandemia lo scenario è inevitabilmente cambiato, con risvolti positivi per i due titoli tech.

Ad aprile, Facebook ha lanciato una serie di funzionalità per effettuare videoconferenze, tra cui un nuovo strumento chiamato Messenger Rooms, che permette agli utenti di ospitare videochiamate fino a 50 persone. Una decisione quella di lanciare nuove funzionalità di videoconferenza al fine di capitalizzare la crescente domanda di videochiamate dovuta all’epidemia di coronavirus che hanno portato al boom dello smart working nel mondo.

Amazon si è conquistata la palma di “eroe” durante il lockdown. Il gigante dell’e-commerce ha assunto più di 150.000 lavoratori dal personale di magazzino agli spedizionieri al fine di soddisfare la crescente domanda di ordini online piovuti durante l’epidemia di coronavirus. Infine Netflix ha visto attivazioni record nel primo trimestre del 2020. Con milioni di persone costrette a casa, il gigante dello streaming ha aggiunto 15,8 milioni di abbonati nel primo trimestre, portando il suo totale globale a 182,9 milioni.