Il falco Bolton nella squadra di Trump: petrolio Brent oltre $70 anche dopo commenti Opec
Lo schiaffo commerciale di Donald Trump alla Cina tramortisce gli asset finanziari globali. Il petrolio continua a seguire tuttavia un trend tutto suo, con il Brent che vola oltre la soglia dei $70 per la prima volta dalla fine di gennaio. A condizionare i mercati petroliferi è un mix di fattori, incluso un altro annuncio arrivato dall’amministrazione Usa: quello della nomina di falco John Bolton alla carica di consigliere della Sicurezza nazionale, al posto di H.R. McMaster.
Ex ambasciatore alle Nazioni Unite, John Bolton è considerato un “falco” ed è conosciuto per aver invocato un’azione militare preventiva Usa sia contro l’Iran che la Corea del Nord.
La nomina avviene in un momento in cui i mercati petroliferi scontano già il timore di un dietrofront di Donald Trump dall’accordo sul nucleare con Teheran siglato dalla precedente amministrazione di Barack Obama.
Le preoccupazioni che si riaccendono nell’arena geopolitica – oltre a quella commerciale – scatenano l’avversione al rischio, e portano i trader a posizionarsi anche sull’oro, che balza fino a +1,5% a $1.348,90 l’oncia, al record in più di un mese.
Riguardo al petrolio, c’è un altro fattore che sta condizionando il trend rialzista, e che porta il contratto WTI scambiato a New York a balzare fino a +1,6%, oltre la soglia di $65. Market mover sono anche le parole proferite dal ministro dell’Energia saudita Khalid al-Falih, che ha affermato che l’Opec dovrà continuare nel 2019 a coordinare i tagli alla produzione con i paesi non appartenenti al cartello, come la Russia, al fine di ridurre le scorte presenti a livello mondiale.
Le quotazioni scontano così uno scenario di ulteriori riduzioni dell’offerta.
Morgan Stanley prevede inoltre un aumento della domanda di petrolio, nell’arco dei prossimi mesi.
“Mancano solo tre-quattro settimane al picco della manutenzione delle raffinerie, a seguito del quale la domanda di crude e di prodotti (petroliferi) dovrebbe accelerare.. mentre le scorte mondiali si trovano già nella parte più bassa del range in cinque anni”.
Per Morgan Stanley, “ci sono di conseguenza ragioni sufficienti per stimare un ulteriore rafforzamento dei prezzi del petrolio da qui in avanti, e noi confermiamo la previsione (sul Brent) di $75, nel terzo trimestre.
In una nota diffusa negli ultimi giorni, Goldman Sachs ha reso noto che il “mix ripresa della domanda-tagli Opec porterà le quotazioni del Brent a balzare a $82,50 entro la metà di quest’anno“.
Nell’intera settimana di contrattazioni, il Brent ha incassato un guadagno del 4,4%, al ritmo più forte da ottobre. Il contratto WTI è salito oggi al record intraday di $65,42, avanzando nella settimana del 3,6%.