Notizie Indici e quotazioni Il caso Buffett-Tech Data. Alert a Wall Street, che cade gelata dal nuovo shock Trump

Il caso Buffett-Tech Data. Alert a Wall Street, che cade gelata dal nuovo shock Trump

3 Dicembre 2019 15:52

Warren Buffett adocchia la preda Tech Data, ma non scalpita per afferrarla: anzi, alla fine se la fa anche scappare. Perchè? Ritiene forse che, alla fine, il gioco non valga la candela? Che rilanciare la posta sia esagerato? Che, in definitiva, sia meglio tenersi stretto quel cash monstre che la sua Berkshire Hathaway ha a disposizione, pari a $128 miliardi, piuttosto che puntare su cavalli che, magari, sono fin troppo sopravvalutati?

Un articolo pubblicato sul sito della Cnbc cerca di cogliere il nesso tra la scelta di Buffett e il rischio che Wall Street abbia corso troppo. Rischio che oggi più che mai appare concreto, con l’indice Dow Jones che scivola fin oltre 300 punti, dopo che il presidente Donald Trump, come se fosse la cosa più naturale del mondo, ha detto che, “per certi versi, mi piace l’idea di aspettare fino a dopo le elezioni (presidenziali Usa) per raggiungere un accordo con la Cina”.

Una doccia fredda improvvisa, arrivata dopo che i mercati hanno scommesso per settimane sull’imminente intesa, tra Washington e Pechino, almeno sulla “Fase 1” di un ampio accordo che scongiuri e/o meglio ponga fine alla guerra commerciale Usa-Cina.

Un brivido di freddo percorre gli operatori di mercato, che si chiedono se abbiano fatto davvero bene a scommettere su un’intesa che ora, secondo lo stesso Trump, potrebbe essere rinviata anche al post Election Day (post novembre 2020). Ma torniamo al caso Buffett-Tech Data.

Tutto nasce la scorsa settimana, quando il presidente e AD di Berkshire Hathaway, noto anche come l’oracolo di Omaha, presenta – stando a indiscrezioni riportate in via esclusiva dalla Cnbc – un’offerta di 140 dollari per azione, di poco superiore ai 5 miliardi di dollari, per rilevare Tech Data, società attiva nel ramo tecnologico.

Poco dopo il gigante di private equity Apollo Global Management alza la sua posta iniziale per la stessa società, proponendo 145 dollari per azione, o $5,14 miliardi.

Buffett non batte ciglio, si ritira senza problemi, senza neanche tentare di strappare la preda ad Apollo. Rimane lì, rinunciando a Tech Data, evidentemente senza tanti rimpianti.

Viene da pensare a quello che ha scritto di recente nella sua lettera annuale agli investitori: “I prezzi di aziende che presentano prospettive di lungo periodo decenti sono alle stelle”. E non è la prima volta che l’investitore miliardario fa notare che i premi per l’acquisto diretto di società sono diventati esorbitanti, in parte anche per la competizione agguerrita tra i gruppi di private equity.

La view di Buffett fa riflettere, alimentando il dubbio che, a non quadrare, non siano soltanto i premi per l’acquisto di società come Tech Data ma, in generale, le quotazioni di gran parte della corporate America quotata in Borsa.

D’altronde, lo S&P 500 è in rialzo del 25% dall’inizio dell’anno, e si appresta a chiudere il 2019 con la performance annua migliore dal 2013.

Il problema è rappresentato però dal rapporto P/E foward, parametro tra i più comuni per capire le valutazioni del mercato che mette in relazione il prezzo attuale dell’azione rispetto all’utile per azione della società previsto per i prossimi 12 mesi. Questo rapporto viaggia ai livelli record dal dicembre dello scorso anno, quando Wall Street venne colpita da un sell-off mostruoso.

Tra l’altro, l’indice S&P 500 viene scambiato a 2,14 volte circa le stime sulle vendite delle società relative per i prossimi 12 mesi. L’ultima volta che il mercato toccò un tale multiplo fu nel settembre del 2018, all’inizio della fase di sell off che piegò Wall Street e, ancora prima, nel primo trimestre del 2000, poco prima dell’esplosione della bolla hi-tech.

La situazione – ha commentato Patrick Armstrong, responsabile della divisione degli investimenti presso Plurimi Investments – non è senza precedenti ma quasi senza precedenti. Un multiplo non provoca un sell-off, ma più il multiplo si espande più il sell off provoca una maggiore ritirata”. Soprattutto, viene da dire alla luce di quanto ha detto Trump, se i presupposti su cui si è scommesso tanto in Borsa, di colpo, si sfaldano di colpo come argilla.