News II mercato azionario è all’inizio di un nuovo ciclo di buyback

II mercato azionario è all’inizio di un nuovo ciclo di buyback

Pubblicato 25 Febbraio 2014 Aggiornato 19 Luglio 2022 16:13

Di seguito pubblichiamo un commento sul mercato azionario a cura di Carlo Capaul, Head of Global Equities di Swiss & Global Asset Management, e di Alain Beyeler, Portfolio Manager Global Equities di Swiss & Global Asset Management. Secondo gli esperti nel lungo periodo gli investimenti azionari offrono ritorni superiori a quelli obbligazionari. Ecco dunque che in questa fase gli investitori potrebbero sfruttare il momento per incrementare l'esposizione sulle azioni ancora sottovalutate. Gli azionisti potrebbero infatti beneficiare delle ampie riserve di cassa attraverso la distribuzione di dividendi e di programmi di riacquisto. All'interno di questa asset class, le azioni europee hanno ancora valutazioni vantaggiose.



I mercati azionari globali stanno attraversando una fase di correzione, tuttavia nel medio termine sono poche le alternative agli  investimenti in azioni. "Gli investitori dovrebbero sfruttare questa fase di mercato per passare da azioni sopravvalutate a quelle sottovalutate, mentre non vedo alcun motivo per uscire dal mercato azionario", spiega Carlo Capaul, Head of Global Equities di Swiss & Global Asset Management e gestore del fondo JB Global Equity Income Fund.



Rendimenti degli utili a livelli storicamente alti

Rispetto alle obbligazioni, le azioni continuano a essere interessanti anche in un confronto storico, sebbene lo spazio per un ulteriore ampio rialzo delle quotazioni risulti limitato per quest'anno. Tuttavia, vediamo del potenziale nei titoli azionari con un rapporto dividendi distribuiti e utili realizzati in crescita. Inoltre il confronto tra rendimenti degli utili per azioni, valore reciproco del rapporto prezzo/utile, e i tassi d'interesse delle obbligazioni, mostra l'attuale appeal delle azioni. "Da circa sei anni osserviamo una differenza positiva tra questi indicatori", afferma Capaul.



Inoltre, attualmente, i rendimenti dei dividendi in quasi tutti i mercati sviluppati sono superiori agli interessi degli investimenti a un anno nel mercato monetario.  Secondo i dati sul mercato statunitense esaminati dall'economista Robert J. Shiller, la situazione opposta è durata per oltre 40 anni prima del 2008.  Sebbene tale differenza si sia normalizzata lievemente lo scorso anno,  è rimasta positiva per le più importanti piazze borsistiche. Carlo Capaul non si attende tuttavia un ulteriore restringimento. "I mercati obbligazionari hanno già scontato un futuro irrigidimento della politica monetaria e quest'anno non dovrebbero più reagire ad aumenti dei tassi di breve termine", conclude Capaul.




La crescita degli utili potrebbe regalare agli investitori dividendi più alti

Fatturati e utili aziendali risultano invece in forte crescita. Quasi 2.400 società su oltre 4.500 hanno già comunicato i dati relativi all'anno finanziario 2013. La crescita degli utili del Bloomberg World Index si è recentemente assestata a quasi il 7%. Con una crescita del 25%, i titoli finanziari sono in testa, seguiti dai produttori di beni voluttuari (17%) e dalle utilities (15%). Carlo Capaul si attende che anche i rendimenti dei dividendi continueranno a crescere. Secondo Capaul, il rendimento dei dividendi si attesta attualmente intorno al 2,4% per il MSCI World Index. Prendendo in considerazione i vari programmi di riacquisto di azioni, il rapporto dividendi distribuiti /utili realizzati sarebbe ancora più elevato. 



Capitale disponibile per i programmi di riacquisto di azioni

"Per i rialzi dei corsi non sono decisivi solo i dividendi, bensì la quota di ripartizione complessiva nella quale confluiscono anche i programmi di riacquisto di azioni", spiega Alain Beyeler, esperto delle strategie azionarie globali di Swiss & Global. Nel lungo periodo, essa rappresenta quasi la metà del rendimento complessivo del mercato azionario mondiale. "Diversamente dalle società che distribuiscono solo alti dividendi, le aziende con ripartizioni complessive alte nel tempo superano in performance il mercato".



Il capitale a disposizione a tal fine è aumentato fortemente negli ultimi anni. Le riserve di denaro contante delle 1.000 maggiori aziende sono cresciute dal 2008 da circa un trilione di dollari US a quasi 2,8 trilioni1. Almeno una parte di questo capitale dovrebbe ritornare agli azionisti. Con un programma di riacquisto multimiliardario annunciato recentemente, Apple segna l'inizio di un nuovo ciclo di riacquisti. "I programmi di riacquisto rappresentano al momento circa il 30% della quota di ripartizione complessiva, un livello storicamente molto basso. Riteniamo che in futuro il numero di programmi di riacquisto aumenterà in misura significativa". Alain Beyeler si aspetta misure di questo tipo soprattutto nei grandi gruppi petroliferi e nei giganti del settore IT quali Microsoft, Qualcomm, Google e Cisco, che dispongono di riserve di cassa elevate. 



Gli investitori devono differenziare tra i vari mercati 

Tuttavia, non tutti i mercati sono ugualmente interessanti. I titoli svizzeri e americani si manterranno stimolanti per gli investitori orientati al reddito per i suddetti motivi e per la loro rendita elevata da capitale proprio. "Per chi è alla ricerca di quotazioni favorevoli, l'Europa dovrebbe risultare molto vantaggiosa", prevede Capaul. L'esperto vede potenziale solo in alcuni titoli selezionati dei paesi emergenti. "Fino a quando in questi mercati non si stabilizzeranno i tassi di  cambio e i tassi d'interesse a breve termine, vi investiremo soprattutto indirettamente, attraverso aziende dei mercati sviluppati che hanno successo nei paesi emergenti".