Grecia: sì al prestito ponte da 7 mld, Bundestag dà via libera ai negoziati per terzo piano di aiuti
L’ultimo ostacolo agli aiuti alla Grecia è stato superato. I deputati della Camera bassa del Parlamento tedeco, il Bundestag, hanno dato in larga maggioranza il loro appoggio per avviare i negoziati con la Grecia per il terzo piano di salvataggio da circa 85 miliardi di euro. Mentre i 28 Stati membri dell’Unione europea hanno approvato in modo ufficiale il prestito ponte da oltre 7 miliardi di euro da versare nell’immediato ad Atene per far fronte al pagamento dei debiti arretrati con il Fondo monetario internazionale e a quelli in scadenza lunedì con la Banca centrale europea.
Il voto al Bundestag
439 deputati hanno detto sì, mentre 119 hanno votato no e 40 si sono astenuti. Il sì del Parlamento tedesco si è aggiunto a quello di altri cinque Parlamenti europei (Francia, Finlandia, Austria, Lettonia ed Estonia), sciogliendo l’ultimo nodo per avviare la complessa macchina degli aiuti tramite Esm (sembra che il Bundestag dovrà pronunciarsi nuovamente per approvare l’esborso finanziario per la Grecia). La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha invitato con forza a votare a favore della Grecia: “sarebbe irresponsabile non tentare questa strada”, ha detto Frau Merkel nel corso del suo intervento al Bundestag, sostenendo che l’alternativa all’accordo sarebbe stato “il caos”. Dall’altra parte però la cancelliera tedesca ha escluso un taglio del debito greco, perché andrebbe contro i trattati Ue, stroncando così l’ipotesi del Fondo monetario internazionale di un alleggerimento del debito.
Christine Lagarde, numero uno dell’Fmi, nel corso di una intervista al canale radio francese Europe 1, ha riaffermato la posizione espressa già nei giorni scorsi dall’istituto di Washington sulla necessità di rendere il debito ellenico sostenibile. Lagarde ha spiegato che il piano per la Grecia deve poggiare su due pilastri: uno che riguarda le riforme e una linea di budget sana, e l’altro che prevede finanziamenti e un alleggerimento del debito della Grecia. Per quest’ultimo aspetto, “diverse modalità possono essere utilizzate”, ha spiegato Lagarde, che consiglia di “estendere in modo significativo le scadenze, oltre che allungare il periodo di grazia durante il quale non sia previsto alcun rimborso e ridurre gli interessi al massimo”.
Sì al prestito ponte
Poco dopo l’approvazione da parte del Bundestag è arrivato anche il via libera ufficiale al prestito ponte da 7,16 miliardi di euro da versare nell’immediato alla Grecia per far fronte al pagamento dei debiti in attesa che venga attivato il terzo piano di assistenza finanziaria. Nella nota diffusa dal Consiglio europeo si precisa che le risorse verranno elargite nell’ambito del meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (Efsm). Il prestito avrà una durata massima di tre mesi e sarà erogato in due tranche al massimo. Per zittire i malumori di alcuni Stati membri, tra cui la Gran Bretagna e la Repubblica Ceca, è stato previsto anche un meccanismo di garanzia per riparare i Paesi non facenti parte della zona euro dal rischio di non rimborso da parte della Grecia.
Grecia, governo in bilico. Le banche potrebbero non aprire lunedì
Intanto in Grecia continuano i malumori all’interno del partito Syriza dopo il voto di mercoledì notte del Parlamento ellenico sulle misure di austerità da adottare in cambio degli aiuti. Secondo le indiscrezioni che circolano su diversi organi di stampa, una parte dei deputati si è già schierata contro l’accordo del primo ministro, Alexis Tsipras. Tanto che il ministro dell’interno non ha escluso nuove elezioni a settembre o ottobre, anche se per ora si parla più di un rimpasto.
Altra notizia negativa riguarderebbe le banche elleniche. Secondo alcuni media locali, che citando il ministero delle Finanze, le banche, chiuse dallo scorso 29 giugno, non riapriranno lunedì. A riaprire sarebbero soltanto alcuni sportelli che offrono servizi ai pensionati che non hanno bancomat o carte di credito.